sabato 25 aprile 2009

Buon 25 Aprile a tutti : libertà, dignità e futuro solidale , di Pier Giorgio OLIVETI

Due parole di getto a mo' di saluto e di celebrazione di un giorno importante, che ci riguarda tutti, indistintamente. Quest'anno più di sempre il 25 Aprile sta riprendendosi il posto che gli spetta nella nostra società, una giornata simbolo delle libertà, di tutte le libertà, quelle basali scritte nella nostra Costituzione, libertà di espressione, libertà di associazione, libertà di culto, ma anche quelle libertà fondate sui diritti/doveri di una moderma democrazia. Tra queste ricordo il diritto all'eguaglianza, tra i sessi, tra le razze, tra i gruppi sociali, il diritto al lavoro, il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto fondamentale ad avere un futuro, spesso quest'ultimo più predicato che realizzato nel nostro paese. Ha ragione il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che giorno dopo giorno si sta dimostrando un grande presidente: la Costituzione non è da rottamare, "...non è un residuato bellico. E' legittimo modificarla, ma con motivi convincenti". Ma c'è di più: Napolitano esorta tutti a celebrare il 25 Aprile in qualsiasi modo e luogo, onorando tutte le componenti della lotta per la liberazione. Sì, perché travolti da revisionismi incrociati, buone o male fedi, strumentalizzazioni ad orologeria, pressapochismo e patina del tempo(l'anagrafe sta ormai riducendo e di molto il numero dei partigiani che vissero di persona le vicende della Guerra Civile per liberare l'Italia dal Nazi-Fascismo), si rischia semplicemente di "dimenticare" o di "fraintendere": qui, "piaccia o non piaccia", ci fu qualcuno che per tutti noi ma proprio tutti, allora rischiò la propria vita e famiglia, spesso si immolò e la perse, per riportare la libertà nel nostro paese dopo due decenni di buio. "Basta denigrare i partigiani - ha detto il Presidente - furono fondamentali per assicurare un futuro alla patria martoriata dalla guerra e dal totalitarismo". Le tre componenti della Resistenza, quella partigiana, quella popolare e quella militare, contribuirono come sappiamo in modo determinante al risollevalsi dell'Italia. Oggi possiamo pensare a quei mesi ed anni così drammatici, che alla fine del tunnel portarono concretamente ad una nuova era di libertà e di possibilità per tutti gli italiani, senza retorica, paradossalmente senza "partigianerie", ma facendo in modo che il 25 Aprile sia davvero il giorno più bello per tutti. E' un momento per fermarci un attimo nella frenesia della quotidiana fast life, iperinformati dalla comunicazione globale, un'occasione di riflessione e di memoria per non ripetere(mai) gli stessi errori . E' uscito in questi giorni per Einaudi una raccolta a cura di Marcello Pezzetti, "Il libro della Shoah italiana", che per la prima volta narra con tono da catalogo storico - separando i fatti dalle opinioni - i racconti di chi è sopravvissuto ad uno dei momenti più bui della nostra storia recente. Lo raccomando a tutti, Soci Anpi e non, perchè è un ennesimo vaccino contro la trascuratezza intellettuale e politica, un esercizio super partes ficcante e di grande efficacia su come permanentemente alimentare con libertà, dignità e futuro la nostra società. Il 17 Marzo 1861 naque lo Stato unitario italiano: mi auguro che nelle celebrazioni giustamente previste dal Governo nel 2011, ci si ricordi di quelle voci di deportati italiani che ci costringono a riflettere sul significato di <>, di <>, di <>, di <> e di <>. Sono concetti cardine che ci riportano al quotidiano, alle nuove urgenti domande di inclusione sociale e di cittadinanza degli italiani meno fortunati e dei tanti nuovi cittadini italiani emigrati da altri paesi che contribuiscono ad edificare la nostra società col loro lavoro e il loro impegno: sono queste le libertà per le quali è più che mai attuale festeggiare oggi il 25 Aprile.


Pier Giorgio Oliveti, Anpi Orvieto

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