martedì 2 febbraio 2010
“E’ bello vivere liberi”. Una forma innovativa per tramandare la memoria
da un articolo di Carlo Brunetti su www.orvietonews.it
Domenica 31gennaio è andato in scena alla Sala del Carmine lo spettacolo "E' bello vivere liberi", ispirato ad Ondina Peteani (1925 - 2003), considerata dalla storiografia "La Prima Staffetta Partigiana".
Ideazione, drammaturgia, regia ed interpretazione sono di Marta Cuscunà, giovane attrice ed autrice formatasi alla Scuola Europea dell'Arte dell'Attore, Prima del Teatro, di San Miniato, coadiuvata alle luci e all'audio da Marco Rogante.
Il pubblico è stato quasi ipnotizzato per più di un'ora dall'intensità e dalla bravura con cui Marta Cuscunà ha raccontato la giovinezza di Ondina Peteani. Un monologo intersecato dal teatro di figura, dove l'artista sembra non essere mai sola tanto è abile a dare voce e spessore a personaggi ben distinti dalla protagonista ma importanti nell'intreccio del racconto. "Il teatro di figura - spiega Marta Cuscunà - per ritrovare la forma del teatro popolare che gli stessi partigiani utilizzavano nei bozzetti drammatici che scrivevano ed interpretavano per festeggiare le vittorie".
La storia, ambientata tra Monfalcone, Trieste ed il Carso, tratteggia la giovane Ondina, operaia nei cantieri navali di Monfalcone, che dalla lettura "dei romanzi d'amore della biblioteca fascista", si ritrova alle riunioni clandestine del partito comunista, poi a fare la staffetta partigiana, quindi ad essere "prigioniera politica" ad Auschwitz.
E' un percorso di crescita interiore che passa attraverso esperienze dure come la guerra ed i tradimenti. Il racconto di una giovinezza che incontra la dittatura, la delazione, il sangue, ma che nonostante tutto afferma la volontà dell'allegria, della felicità, dello stare insieme, della vita. Una forte leggerezza che si spegne solo dopo l'ingresso ad Auschwitz, dove Ondina Peteani diventa il numero 81672.
Il carro merci che è sul palcoscenico diventa una scena del teatro di figura. Ondina non è più incarnata da Marta, ma è ora un burattino disarticolato, un'entità quasi spettrale, privata della propria volontà. Il lager è un luogo dove non esiste l'umano, dove tutto viene schiacciato, anche lo sbocciare di un attimo di solidarietà tra prigioniere. Una scelta registica molto efficace, che rende palpabile la freddezza disumana dei lager e degli aguzzini che vi operavano.
La giovane Staffetta Partigiana sopravvivrà e la conclusione è un invito alla vita, all'altruismo, a scegliere la libertà perché "E' bello vivere liberi".
Uno dei migliori spettacoli che la manifestazione "Venti Ascensionali" ha portato negli anni ad Orvieto, il migliore di quelli fin qui visti in questa stagione. Non è un caso che questo lavoro è stato il vincitore del premio "Scenario per Ustica 2009", concorso promosso dai parenti delle vittime della strage e rivolto ad artisti emergenti per temi legati alla memoria e al civismo.
In un momento in cui è presente il dibattito su come dare continuità alla memoria, ora che i testimoni stanno venendo meno, e su come liberare giornate come il 27 Gennaio o il 25 Aprile da un cerimoniale e da una retorica che ne offuscano il vero significato, il lavoro di Marta Cuscunà può rappresentare un vero e proprio paradigma di ricerca.
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