lunedì 11 febbraio 2008

Relazione del Presidente - A.N.P.I. Consiglio Nazionale - Riccione, 17-18 marzo 2007


A.N.P.I. Consiglio Nazionale - Riccione, 17-18 marzo 2007
Relazione del Presidente
TINO CASALI
(approvata dal Consiglio Nazionale)

1 - L’ANPI nell’attuale situazione politica
Questa relazione che presento a nome del Comitato Nazionale e in collaborazione con il Vice presidente Vicario Raimondo Ricci pone tematiche e questioni che investono la nostra Associazione nell’attuale situazione politica.
Ritengo che il primo punto al quale deve essere dedicata l’attenzione del Consiglio Nazionale è quello relativo alla situazione politica che il nostro Paese sta attraversando. Si tratta di una situazione che desta grandi preoccupazioni in tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia e il progresso del sistema democratico vigente nella nostra comunità nazionale: una preoccupazione che largamente coinvolge la nostra associazione, la quale ha storicamente contribuito, con l’impegno e il sacrificio dei sui militanti, alla conquista della libertà per l’Italia e all’instaurazione del nostro sistema democratico. Non a caso la Presidenza dell’Associazione ha voluto che la parola d’ordine in nome della quale è stato convocato e si svolgerà questo consiglio nazionale reciti "Nei valori della Resistenza le radici e il futuro della democrazia" (quindi della democrazia nel nostro Paese e in Europa).
L’analisi della crisi politica che l’Italia attraversa non dovrà naturalmente estendersi alle singole attività e iniziative assunte dall’attuale governo, perché ciò non rientra nei compiti e nelle finalità di una associazione come la nostra, alla quale non spetta elaborare singole proposte politiche, come spetterebbe invece ad un partito, ma spetta tuttavia il compito, fortemente politico, di intervenire su singole questioni generali ai fini della salvaguardia e della affermazione dei principi fondamentali e delle condizioni che sono in grado di garantire l’effettività democratica del nostro sistema.
In questo quadro l’ANPI ha salutato con fiducia e speranza la vittoria elettorale del centro-sinistra nelle recenti elezioni politiche, la nascita del governo Prodi, con particolare riferimento al recupero della credibilità internazionale del nostro Paese e con il rilancio di una effettiva politica di pace e la collocazione al vertice delle principali istituzioni dello Stato di personalità spesso emblematiche e comunque democraticamente affidabili. Tutto ciò ha rappresentato una svolta positiva rispetto alla precedente esperienza di governo che sotto molteplici profili, dalla gestione economico-finanziaria, al prestigio internazionale dell’Italia, alla scelta di anteporre la tutela degli interessi specifici dei propri leader o di gruppi particolari rispetto agli interessi generali del Paese, al conflitto di interessi e a quello permanente con la magistratura, ha rappresentato invece una fase negativa della nostra vita associata. Si tratta di un giudizio che l’ANPI ha già avuto occasione di esprimere in varie occasioni e che va qui ribadito. Non può tuttavia
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essere taciuta la necessità, per la nostra associazione, di esprimersi criticamente verso la scarsa coesione, le divergenti valutazioni su singoli problemi, i contrasti e persino i conflitti che si sono manifestati nell’ambito della coalizione di centro-sinistra, comportamenti che hanno condotto alla recente crisi di governo che soltanto con la capacità e la lungimiranza del capo dello stato nel governarla ha potuto essere superata evitando derive pericolosamente negative.
La situazione non è tuttavia rassicurante: i partiti politici, anche del centro-sinistra, sono chiusi in se stessi e hanno scarsi rapporti con la società civile, le forze reali e le aspettative del Paese, con ciò largamente eludendo il dettato dell’art. 49 della Costituzione il cui testo recita: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».
A fronte di questa situazione va richiamata la grande esperienza che fu l’unità di forze politiche diverse accomunate dall’obiettivo di sconfiggere il totalitarismo nazista e fascista ed il vissuto della nostra associazione che nei momenti cruciali della lotta per la libertà e la democrazia che ha profondamente trasformato il nostro Paese, hanno visto forze politiche e culture diverse, dai liberali ai comunisti, dai laici ai cattolici, operare con forte spirito unitario e congiuntamente conseguire grandi e positivi obiettivi politici. Non intendiamo con ciò omologare il periodo storico che attualmente il nostro Paese sta attraversando con quello in cui si è svolto il movimento di liberazione nazionale dal fascismo e dal nazismo, e tuttavia riteniamo che la natura e gravità della crisi contemporanea suggerisca l’opportunità di un forte riferimento agli storici modelli di comportamento che ci hanno dato la Repubblica e la Costituzione.
2 - L’ANPI e la "strategia della memoria" nel passaggio generazionale in corso.
Il secondo punto di questa relazione concerne l’impegno dell’ANPI, nel senso della valorizzazione e trasmissione della memoria della Resistenza: in una parola, la "strategia della memoria". Questa strategia ha subito nel tempo varie modificazioni così nelle forme come negli obbiettivi che si è proposta. Si tratta di modificazioni suggerite sostanzialmente da due fattori: il primo è relativo alla modifica della distanza temporale fra il momento in cui l’ANPI assume le sue iniziative di memoria e il periodo al quale la memoria stessa si riferisce, in quanto è stato chiaramente diverso il taglio della rievocazione nell’immediato dopoguerra rispetto a quello che si rende necessario dopo oltre mezzo secolo da quella esperienza; il secondo fattore è rappresentato dalla necessità di far fronte nel modo più adeguato al così detto revisionismo storico, vale a dire a quella manipolazione politica della esperienza resistenziale che tende a cancellarne o comunque sminuirne il valore e che negli ultimi tempi è particolarmente diretta alla omologazione, sul piano storico e persino sul piano etico, dei due opposti comportamenti di chi ha combattuto per la libertà d’Italia contro il
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fascismo e il nazismo e di chi, invece, si è schierato a favore di quei totalitarismi.
Prendendo in considerazione la realtà più vicina ai giorni nostri, va ricordato e richiamato che il tema della memoria è stato affrontato in modo ampio particolarmente nel corso del 13° Congresso Nazionale di Padova/Abano Terme ed è stato comunque ripreso nel 14° congresso di Chianciano. Nel momento in cui i ventenni che sessant’anni or sono furono protagonisti della Resistenza hanno varcato la soglia degli ottant’anni, era logico, e ancor più è logico oggi, che la memoria di quell’antico e drammatico periodo assumesse un taglio sempre più "storico", vale a dire fondato sulla oggettiva ricostruzione di fatti, avvenimenti, motivazioni, temperie politiche. Si è passati, in sostanza, dai ricordi personali alla vera e propria storiografia. Ciò è avvenuto, e tuttora avviene come già accennato, in una fase di revisionismo politico a tutto campo che rende necessario uno straordinario impegno dell’Associazione per impedire che venga stravolto il senso vero e profondo di una delle pagine fondamentali della storia d’Italia.
Questa battaglia è in larga misura affidata alle istituzioni democratiche del nostro Paese, che peraltro devono essere sollecitate, impegnate, informate dalle associazioni della Resistenza. A questo compito, a questa missione, l’ANPI non è mai venuta meno, e sono ben visibili i risultati positivi scaturiti dal dialogo e dalla sinergia tra istituzioni democratiche e associazioni resistenziali. Si pensi in proposito alla valorizzazione della Resistenza e del suo ruolo di liberazione umana politica e sociale praticata sotto la giuda di Presidenti della nostra Repubblica come Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi; si pensi alle migliaia e migliaia di manifestazioni che in tutta Italia, da nord e sud, hanno avuto luogo con la partecipazione attiva degli esponenti delle istituzioni locali, delle nostre associazioni, e di grandi masse di cittadini, uomini e donne, anziani e giovani, militanti dell’antifascismo; si pensi alla reiterazione dei solenni appuntamenti per il 25 Aprile a Milano, da sempre ritenuta la capitale della Resistenza nel Nord Italia. Si tratta di un’imponente realtà di mobilitazione intorno ad alti valori etici e civili in cui sono riconoscibili le forze migliori del nostro popolo. A tutto ciò occorre saper dare continuità nell’epoca di un decisivo cambio generazionale nell’interesse di un futuro democratico della nostra comunità nazionale e quindi, anzitutto, delle più giovani generazioni. L’ANPI è chiamata a svolgere in questa direzione una funzione di importanza storica. Occorre che i giovani ai quali abbiamo aperto le porte dell’Associazione e che oggi militano numerosi nelle nostre file si approprino di una conoscenza piena, reale e sincera, della nostra storia e sempre più partecipino a farne vivere i valori nel presente e nella prospettiva vitale del nostro popolo. È questo il progetto in funzione del quale l’ANPI dovrà sempre più mobilitarsi, anche con l’ausilio delle modifiche statutarie che sono state introdotte nell’ultimo nostro Congresso proprio per questa grande finalità ideale.
Il grande impegno così delineato rappresenta una nuova sfida per la quale l’ANPI deve adeguatamente attrezzarsi. Una sfida che, non ne dubito, saremo capaci di affrontare forti della tradizione di tante battaglie condotte nel dopoguerra, per la libertà, la democrazia, la pace, la
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solidarietà e il progresso contro le tentazioni populistiche e totalitarie non ancora completamente sconfitte, che più volte hanno inteso riportare il nostro Paese verso un oscuro passato che purtroppo abbiamo ben conosciuto.
3 - L’ANPI e i suoi compiti immediati. Un nuovo grande 25 Aprile
Compito essenziale di questo Consiglio Nazionale, che ovviamente costituisce un momento di consultazione ampia e corale dell’intera struttura organizzativa della nostra associazione, è quello di individuare nel concreto e particolarmente in relazione ai compiti più immediati che ci competono, tenendo conto delle indicazioni generali del nostro 14° Congresso Nazionale, delle successive riunioni del Comitato Nazionale (in particolare quella di Sesto San Giovanni), nonché dei ripetuti incontri fra i componenti del Comitato di Presidenza e della Segreteria nazionali dell’associazione, i temi più qualificanti intorno ai quali deve svolgersi, nel presente e nell’immediato futuro, il prioritario impegno associativo. Compito del Consiglio Nazionale è anche quello di individuare i modi e le forme organizzative attraverso le quali quelle priorità devono essere affrontate.
Viene in primo luogo in considerazione, per le ragioni che sono già state evidenziate nel primo punto di questa relazione, la necessità di interventi sui temi delle riforme istituzionali che vanno dalla prospettiva di limitate modifiche alla nostra Costituzione, alla riforma della vigente legge elettorale, a tutte le altre questioni destinate, in positivo o in negativo, a incidere sull’efficacia e la tenuta del nostro sistema democratico. Desidero ribadire in merito che la nostra posizione è e sarà del tutto coerente con le valutazioni in forza delle quali abbiamo condotto la battaglia referendaria culminata, nel giugno dell’anno scorso, con la bocciatura delle stravolgenti modifiche della nostra carta fondamentale proposte dal centro-destra: una vittoria memorabile nella quale l’ANPI si è distinta per fermezza di impegno globale della nostra intera struttura e di ogni singolo associato.
Questo delle riforme istituzionali è un tema che merita di essere affrontato a livello nazionale con la costituzione di una apposita commissione o gruppo di lavoro facente capo al Comitato di Presidenza e alla Segreteria nazionali o a singoli componenti di tali organismi; una commissione o gruppo di lavoro di cui deve essere chiamato a far parte un limitatissimo numero di componenti del Comitato Nazionale al fine di rendere più agile il suo funzionamento. A tale commissione o gruppo deve spettare peraltro soltanto un lavoro istruttorio del quale ovviamente va dato conto tempestivamente al massimo organo deliberante della nostra struttura, il Comitato Nazionale.
Un secondo tema prioritario sul quale deve dispiegarsi la nostra iniziativa a livello nazionale è quello della valorizzazione della memoria della Resistenza, nei termini concreti e nuovi che sono stati illustrati nel secondo punto di questa relazione. Anche qui sembra opportuno dar vita ad una apposita commissione o gruppo di lavoro facente capo al Comitato di Presidenza e alla Segreteria nazionali nei termini e con le modalità già precisate relativamente alla commissione precedentemente
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proposta per le riforme istituzionali. Questa commissione o gruppo dovrà estendere la propria attività istruttoria all’obbiettivo di realizzare nella scuola pubblica, agli opportuni livelli di istruzione e nel modo più efficace possibile, l’insegnamento della Costituzione e di tutto ciò che concerne il funzionamento dello stato democratico, la funzione dei singoli poteri e il rapporto fra di essi come fondamentale garanzia dell’intero sistema.
Dopo attenta riflessione e anche alla luce delle fitte consultazioni tenute con il Comitato di Presidenza e la Segreteria nazionali, ritengo che, quanto meno allo stato delle cose, sia opportuno non andare oltre la costituzione dei due organismi sopra menzionati. Si tratta di portare avanti una esperienza nuova per l’associazione, quella di articolare in commissioni di lavoro la propria Direzione Nazionale, ed occorre sperimentare sui temi più pregnanti questa nuova impostazione di attività. É dall’esperienza che possono nascere le scelte più appropriate e la verifica dell’esistenza o meno del rischio di frammentazione della direzione unitaria dell’ANPI che potrebbe derivare eventualmente da una più complessa articolazione.
Un’ultima riflessione e proposta intendo tuttavia presentare a questo Consiglio Nazionale: gli approfondimenti storiografici sulla straordinaria vicenda della Resistenza italiana hanno messo pienamente in luce, anche a livello di ricerca scientifica, il fondamentale ruolo delle donne nel corso dell’intera vicenda che ci accomuna prima, durante e dopo la Resistenza armata che senza l’apporto dell’altra metà del cielo o non sarebbe stata possibile o non avrebbe assunto le dimensioni e i caratteri che in concreto essa ha avuto.
Le nostre compagne hanno dato vita ormai da anni a iniziative tematiche sul ruolo delle donne durante la Resistenza, anche con il contributo di autorevoli storiche, alle quali dobbiamo in questi ultimi decenni, una nuova attenzione ed una nuova ricerca sulla "Resistenza taciuta".
Dobbiamo al Coordinamento femminile nazionale dell’ANPI un vivo ringraziamento per avere messo in evidenza il rilevante contributo delle donne nella Resistenza e nella Costituzione, che ha dato frutti positivi nella storia dell’Italia contemporanea e che oggi ci impegna a promuovere iniziative che ne allarghino la conoscenza e la valorizzazione.
Queste ultime considerazioni mi danno il destro per porre in evidenza che sempre più l’attività dell’ANPI, in particolare quella che si muove verso la valorizzazione dell’esperienza resistenziale, deve essere sviluppata in stretta collaborazione, sempre più profonda ed organica, con i 63 Istituti per la Storia della Resistenza diffusi in tutto il Paese, che dei temi che ci stanno particolarmente a cuore hanno fatto oggetto di un approfondimento scientifico e professionale al quale è indispensabile si riferiscano oggi tutte le associazioni che vogliono perpetuare significato e memoria di quella pagina decisiva della storia d’Italia.
Care compagne e compagni, desidero chiudere questa mia relazione ai quadri dell’Associazione con un augurio di buon lavoro, a cominciare da quello costruttivo che attende questo Consiglio Nazionale al quale spetta di tracciare le nuove linee del nostro impegno.
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Voglio chiudere con un saluto affettuoso agli anziani come me e ai tanti giovani che ci sono vicini e insieme ai quali vogliamo operare. Voglio chiudere con un invito sempre attuale.
Siamo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione. Il 25 aprile si dovrà riaffermare l’attualità dell’antifascismo consci che tuttora sono in atto attacchi insidiosi alle basi della natura stessa della Repubblica. Si dovranno celebrare i valori che hanno animato la Resistenza, ispirato la Costituzione e si riaffermerà la loro attualità.
Le iniziative istituzionali, le manifestazioni popolari dovranno ergersi a monito e richiamo di ogni cittadino, a contribuire e battere la campagna insidiosa e revisionista della falsificazione della storia tuttora in atto così come necessita rinchiudere ogni spazio e qualsiasi tentativo di colpire il regime democratico e stravolgere gli stessi princìpi costituzionali.
Cari compagni, il 25 aprile la Resistenza chiama gli italiani all’impegno per la libertà e la democrazia da difendere e testimoniare giorno per giorno.
"Ora e sempre Resistenza".

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