giovedì 10 dicembre 2009

SHLOMO VENEZIA AD ORVIETO: IL NUMERO 182727 di AUSCHWITZ






Grande partecipazione al Palazzetto dello Sport di Ciconia (Orvieto) all’incontro con SHLOMO VENEZIA, uno dei pochi sopravvissuti del campo di concentramento di AUSCHWITZ.
L’iniziativa è stata lanciata dall’ANPI di Orvieto e raccolta dal Liceo Scientifico E. Maiorana.
Presenti le quinte classi del Liceo Scientifico e delegazioni della Scuola Media Ippolito Scalza, della Scuola Elementare Sette Martiri, dell’Istituto Maitani e della Scuola Media Superiore Benedetto Brinn di Terni.
470 studenti hanno ascoltato per oltre due ore il racconto di SHLOMO VENEZIA: dal lungo viaggio, durato 11 giorni da Atene ad Auschwitz, all’arrivo e alla terribile esperienza del campo di concentramento. Il Preside dell’Istituto Maiorana Franco Raimondo Barbabella ha aperto l’iniziativa alla quale hanno preso parte anche Giorgio Oliveti, responsabile AMPI di Orvieto, Valentino Filippetti Vice Presidente AMPI di Terni, Alberto Piccioni e Andrea Sensitoni dell’ANPPIA di Terni.

mercoledì 2 dicembre 2009

MARSCIANO : " PACE IN MEDIO ORIETE, è il tempo delle nosttre responsabilità"






L'ANPI di MARSCIANO organizza per mercoledi 9 dicembre alle ore 17,00 presso la sala "A.Capitini" un incontro pubblico sul dramma in medio oriente.
Interverrano Alfio Todini,Sindaco di Marsciano e Flavio Lotti, coorrdinatore della Tavola della Pace.
Prenderanno parte all'iniziativas alcuni partecipanti alla settimana per la pace svoltasiin Israele e Palestina dal 10 al 17 ottobrte 2009 e verrà proiettato un film realizzato per l'occasione.

AMELIA - PRESENTAZIONE LIBRO DI ANGELO BITTI "LA GUERRA AI CIVILI IN UMBRIA"


VENERDI' 4 DICEMBRE 2009 ORE 21 - SALA CONTI PALLADINI BIBLIOTECA COMUNALE DI AMELIA - PRESENTAZIONE LIBRO DI ANGELO BITTI "LA GUERRA AI CIVILI IN UMBRIA"







Il volume è finalizzato a delineare un quadro completo delle violenze perpetrate dai tedeschi e dai loro alleati fascisti nei confronti della popolazione umbra nel biennio 1943-1944.

Il testo è il risultato del primo studio di questo tipo realizzato in maniera organica e sistematica nella nostra regione, sulla scia di un filone, avviato a metà degli anni Novanta, che ha già portato al compimento dell'indagine storiografica su alcune realtà dell'Italia centrale.

Considerato che la maggior parte dei criminali nazi-fascisti sono rimasti impuniti, il ricordo appare l’unico modo per far si che il prezzo pagato da tanti uomini e donne che persero la vita in quei tragici mesi non rimanga un sacrificio inutile.

All'incontro sarà presente l'autore dell'opera.

Invitiamo tutti a partecipare per non dimenticare e perché la forza del ricordo e della memoria possa evitare che certe tragedie possano ripeters
i.

martedì 1 dicembre 2009

ANPI di Terni : "difesa della democrazia e per l’attuazione della Costituzione Repubblicana"






DOCUMENTO APPROVATO DAL DIRETTIVO ANPI DI TERN TENUTO NELLA SALA DEL CONSIGLIO PROVINCIALE il 1 DICEMBRE 2009.

Con questa riunione l’ANPI di TERNI intende contribuire alla campagna avviata dall’ANPI Nazionale in difesa della democrazia e per l’attuazione della Costituzione Repubblicana.
Non è necessario dilungarsi sui tanti episodi che si susseguono giornalmente e che vedono esponenti autorevoli del Governo e della maggioranza attaccare il Capo dello Stato, il Parlamento, la Magistratura, la corte Costituzionale.

Questi sono gli effetti di un processo che viene da lontano e che vede una crisi profonda economica, sociale e culturale di tutto l’occidente sviluppato.

Quella che scorre sotto i nostri occhi non è solo una grave crisi economica ma un poderoso processo di modernizzazione che vede ridefinirsi i rapporti di forza tra diverse aree geopolitiche del mondo e che si concluderà con una qualità della vita e modelli di consumo profondamente diversi.

Come tutti i terremoti questa crisi ha prodotto uno squarcio dove passano nuove speranze ed aspettative ma riemergono anche fantasmi di un passato che pensavamo ormai alle nostre spalle.

Milioni di uomini si sono messi in cammino cercando si sfuggire a guerre, carestie, fame e violenza e portano nel ricco e opulento occidente il loro lavoro, le loro culture ma al tempo stesso provocando il riemergere di razzismo xenofobia e violenze di ogni genere.

A partire dagli anni ’70, la popolazione immigrata di regola soggiornante in Italia è più che raddoppiata, ogni dieci anni.
Dalle 648.935 unità nel 1991, si è passati a 1.362.930 unità nel 2001, alle 3.891.295 nell’anno passato.

Il fenomeno é, ormai, di tutta evidenza, come le conseguenze che ne derivano.

A ciò si deve aggiungere, comunque, un abbassamento generale delle nascite regolari in tutto il continente europeo e dunque, concretamente, di un numero inferiore di cittadini legittimati a governarlo.
Statistiche e dati si allontanano sempre più dalla realtà in cui viviamo, perché deficitarie delle importanti quote rappresentanti i rifiutati dalle nostre società esclusive.

Se le nuove Carte Costituzionali, infatti, proclamano l’esistenza di diritti universali inviolabili, che affiancano quelli riservati ai soli cittadini, le leggi ordinarie degli ultimi decenni rendono sempre più difficile l’acquisizione proprio di quello status giuridico che assicura piena dignità sociale.
Le regole astratte mal si adattano alla maggioranza dei casi concreti e così risulta la sempre più frequente esistenza di nati, cresciuti e vissuti nel medesimo territorio, frequentanti i medesimi ambienti, ma di fatto diseguali.

Il secondo aspetto da mettere in evidenza è la divaricazione tra i principi come quelli sanciti dalla nostra Costituzione che fanno del Lavoro uno dei valori fondanti del Paese e la realtà di tutti i giorni che vede crescere disoccupazione, precarietà, sfruttamento e morti sul lavoro.

E potremmo continuare tra i tanti principi enunciati e pratiche quotidiane che le disattendono.

Da qui nasce la crisi della democrazia che è innanzitutto sfiducia nelle istituzioni, sfiducia che con la politica si possano cambiare le cose.

Ecco che allora la nostra battaglia in difesa della democrazia e per l’attuazione della Costituzione è innanzitutto un messaggio di speranza, è “l’ottimismo della volontà” è la consapevolezza che ci viene dalle lezioni del passato dove in pochi iniziarono a difendere valori giusti ma si trovarono in molti poi a sostenerli.

Oggi c’è un’emergenza democratica, la popolazione vive problemi enormi di natura economica e sociale, i nostri giovani hanno un futuro incerto ma ci sono anche segnali importanti di partecipazione e di impegno come il rinato movimento studentesco e le iniziative sindacali contro la crisi.

Le stesse primarie del PD hanno segnalato una forte spinta alla partecipazione democratica che attraversa gran parte dell’area politica del centro sinistra.

L’ANPI di Terni intende dare il proprio contributo su piu’ versanti.
Intanto quello della cultura, quello della conoscenza e della Memoria.
Insieme all’ANPPIA abbiamo programmato moltissime iniziative soprattutto nelle scuole.

L’ultima ad Orvieto con Marcello Pezzetti, autore del libro sulla SHOAH ITALIANA mentre il prossimo appuntamento è fissato per Giovedì 10 Dicembre 2009(sala da definire in una scuola di Orvieto- ore 10.00), dove con il contributo delle Scuole di Orvieto e il Patrocinio del Provveditore agli Studi di Terni, si terrà un incontro pubblico con uno degli ultimi testimoni di Auschwitz, Shlomo Venezia, nato a Salonicco, in Grecia, nel 1923, oggi documentarista e scrittore di origine ebraica.

Ma sono state moltissime le iniziative nelle scuole e le manifestazioni commemorative in tutti i luoghi della resistenza ternana.

Con questa riunione diamo avvio al tesseramento 2010.

Non si tratta solo di rafforzare organizzativamente e territorialmente la nostra organizzazione.

Ma si tratta di farla crescere politicamente, di raccogliere energie nuove, intellettuali, insegnanti, giovani.

Per realizzare questo obbiettivo è necessario affrontare i temi dell’oggi, farsi capofila delle battaglie contro ogni forma di razzismo e di xenofobia, educare alla cittadinanza europea.

Da qui due nuovi progetti come quello dell’ECOMUSEO della Resistenza in Valnerina ed il gemellaggio con l’ANPI dell’Abruzzo.

Due simboli della sofferenza e del riscatto che sono tra tratti costituenti degli antifascisti.

venerdì 27 novembre 2009

Il 1 dicembre Direttivo A.N.P.I. Provinciale di Terni





MARTEDI 1 Dicembre alle ORE 15:00
PRESSO LA SALA CONSILIARE DELLA PROVINCIA DI TERNI
VIALE DELLA STAZIONE n°1

Si terrà la riunione del Comitato Direttivo allargato per discutere il seguente
per discutere

" Documento Nazionale sul tema: ATTUALE SITUAZIONE POLITICA E LA FUNZIONE DELL’A.N.P.I. PER LA DIFESA E L’ATTUAZIONE DEL NOSTRO SISTEMA DEMOCRATICO"

http://www.anpi.it/comunicati/presidenza_291009.pdf

(relatore, vice-Presidente vicario Valentino Filippetti)

giovedì 26 novembre 2009

"Donne, antifascismo e democrazia" Dalla memoria al futuro, ricordando Nilde Iotti




’ANPI promuove per sabato 28 novembre, alle ore 15, presso l’Aula Consiliare della Provincia di Roma sita in Palazzo Valentini, via IV novembre 119, un evento pubblico per annunciare una campagna nazionale sul rapporto donne e democrazia, in ricordo di Nilde Iotti nel decennale della scomparsa.

•Condurrà Concita De Gregorio (Direttore de l’Unità)

•Sono previsti interventi e testimonianze di Marisa Rodano, Livia Turco, Marisa Ombra, Eletta Bertani. Saranno presenti personalità del mondo della cultura, della politica, del sindacato.

•Porterà il saluto della Provincia la Presidente del Consiglio Provinciale Giuseppina Maturani, sarà presente l’Assessore alle Politiche Culturali Cecilia D’Elia e ha annunciato un suo messaggio il Presidente Nicola Zingaretti.

Protagoniste saranno le donne.

Dignità, rispetto di sé, libertà e coraggio delle proprie scelte, responsabilità verso se stesse e gli altri; difesa e potenziamento dei diritti sociali e di cittadinanza, a cominciare dal diritto al lavoro e ai servizi sociali, alla parità nella politica e nelle istituzioni; condivisione dei problemi e degli obiettivi da raggiungere, pari dignità di donne e uomini: sono i valori e gli obiettivi che le donne dell’ ANPI vogliono affermare e promuovere.

Tutto ciò ha radici profonde nell’antifascismo, nella Resistenza e nella Costituzione, nel percorso dell’Italia repubblicana che ha portato le donne a superare esclusione e soggezione, a “raddrizzare la schiena”, a risalire verso la libertà, a realizzare nuovi diritti e conquiste.

Valori, e voglia di affermarsi e contare, che appartengono alla maggioranza delle donne e delle ragazze che giorno per giorno con fatica e dignità cercano di realizzarsi: lavorando, studiando, costruendo i propri progetti di vita alla pari con gli uomini e al loro fianco.

LE DONNE DELL’ANPI SONO IN CAMPO per liberare e valorizzare intelligenze e competenze ancora inerti o svilite, che rappresentano una risorsa decisiva per rigenerare la democrazia e le istituzioni per una società migliore.

E’ per queste ragioni che l’iniziativa è dedicata, nel decennale della scomparsa, a Nilde Iotti che ha saputo essere, in una società ancora in ritardo, una donna “nuova”. Ha avuto il coraggio di scegliere. Si è assunta la responsabilità delle sue idee e dei suoi sentimenti. Ha saputo raggiungere i livelli più alti del “successo” politico e personale. Ha condiviso sempre con le donne il faticoso cammino di emancipazione e liberazione.

E’ sempre stata dalla loro parte.

mercoledì 18 novembre 2009

MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO. Il 12 Dicembre tutti a Venezia con l'ANPI:





MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO
RICORDANDO GIA’ LE NUMEROSI VITTIME ED ATROCITA’ DELLE LEGGI RAZZIALI NAZI-FASCISTE
DICIAMO BASTA ALLA COMUNICAZIONE DELL’ODIO E DEL CONFLITTO SOCIALE PERMANENTE

LE SQUADRE NOTTURNE (le ronde)
LE CARCERI RIEMPITE DI EXTRACOMUNITARI
LE CURE OSPEDALIERE NEGATE A CHI NON POSSIEDE PERMESSO DI SOGGIORNO
TUTTO QUESTO CI RENDE REALMENTE E CONCRETAMENTE PIU SICURI?
NO

SI PUO’ VIVERE LA MULTICULTURALITA’ SENZA PAURA
SI PUO’ VIVERE LA MULTIETNICITA’ COME UNA GRANDE RISORSA
RISCOPRIAMO INSIEME SOLIDARIETA’ TOLLERANZA E PACE
INCONTRIAMOCI A MIRANO-VENEZIA, PIAZZA MARTIRI SABATO 12 DICEMBRE ORE 15
Anpi provinciale Terni via Manassei 2 Terni
ciclostilato in proprio presso via Manassei 2 , Terni

lunedì 9 novembre 2009

Il 19 Novembre a Orvieto sarà presentato “IL LIBRO DELLA SHOAH ITALIANA” di Marcello Pezzetti



INVITO PRESENTAZIONE PUBBLICA

Opera di Marcello Pezzetti “IL LIBRO DELLA SHOAH ITALIANA”
I racconti di chi è sopravvissuto
Einaudi Editore, Torino,2009


Giovedì 19 Novembre 2009 – ore 18.00
Sala Convegni de Il Palazzo del Gusto, via Ripa Serancia I,16 Orvieto (Terni)

Partecipano:
- Marcello Pezzetti
- Valentino Filippetti,Anpi Umbria
- Andrea Sensidoni, Anpi Terni
- Pier Giorgio Oliveti, Anpi Orvieto

<< Oltre sei milioni di vittime della Shoah da tutta Europa. Oltre ottomilaseicento le vittime italiane, in gran parte uccise nel campo di Auschwitz. Pochissimi i sopravvissuti. Sono le voci di questi ultimi che il libro di Marcello Pezzetti offre, frutto di dolorose ma lucide testimonianze raccolte dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea(Cdec). Voci che parlano per l’infinita moltitudine di sommersi, rimasti senza ascolto >>.(Giorgio Sacerdoti)

Nel libro sono centocinque le voci con nome e cognome, sessanta donne, quarantacinque uomini, che danno testimonianza della loro esperienza di deportati ad Auschwitz. Pezzetti ci presenta un’opera davvero straordinaria, dando “il microfono” senza commento ai pochi sopravvissuti di un’esperienza, quella della Shoah, sempre difficile da raccontare, da dire, perfino da immaginare, per la quale anche il lessico scricchiola ed è talvolta inadeguato. Bisogna però sforzarsi di farlo, per non dimenticare, mai, nemmeno un particolare di questo baratro. Ed’è quello che hanno fatto i protagonisti del libro. Ne esce uno spaccato variegato in cui le singole biografie delle persone, incolpevoli vittime di un’ingiustizia epocale, si intrecciano con “il progetto” che le coinvolge, la cosiddetta “soluzione finale”. Se l’idea, la regia e l’esecuzione si devono alla follia nazista, non dobbiamo qui sottacere o sminuire le responsabilità dal fascismo made in Italy, con connivenze politiche e operative o semplici colpevoli omertà. A partire dal Manifesto degli scienziati razzisti pubblicato il 15 luglio del ’38, venne anche in Italia consapevolmente aperta la strada alle famigerate Leggi Razziali,(Decreto Legge del 5 settembre 1938,«Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista», D.L. del 7 settembre 1938«Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri»,6 ottobre e 17 novembre 1938, “dichiarazione sulla razza” del Gran Consiglio del Fascismo e successivo Regio Decreto) firmate da Benito Mussolini in qualità di capo del Governo e poi promulgate da re Vittorio Emanuele III. Le quasi cinquecento pagine del libro di Pezzetti ci dischiudono una quotidianità lacerata di migliaia di cittadini italiani sequestrati, umiliati, violentati nei loro affetti, nel corpo, nello spirito. Ragazze e ragazzi prelevati a scuola, quella scuola, la loro, che d’un tratto non li accoglie più. Uomini, donne, bambini, testimoni diretti di un gorgo della Storia, che per puro caso li ha restituiti ad una vita del “dopo”, che oggi, dopo sessanta anni, può essere per la prima volta “parlata”.
La presentazione si inserisce in un ciclo di 2 incontri organizzato da Anpi Orvieto.

Giovedì 19 Novembre 2009
Giovedì 10 Dicembre 2009

<< IL LIBRO, LA VOCE>>
LA MEMORIA, LA SHOAH RACCONTATA DAI SOPRAVVISSUTI, I VALORI DELLA DEMOCRAZIA, LA PATRIA NATA DALLA RESISTENZA AL NAZI-FASCISMO

In questi anni dove spesso assistiamo ad un’erosione dei valori su cui fondiamo la nostra Repubblica e la nostra convivenza civile e sociale, ad una progressiva “banalizzazione” della storia, ad una premeditata volontà di dimenticare condita spesso da revisionismo interessato, ad una incapacità di distinguere il giusto dall’ingiusto, la crusca dal grano, la Sezione Anpi di Orvieto intende dare il proprio contributo per tenere alto il livello di “consapevolezza sociale” sull’argomento. Avvicinandoci al 27 gennaio, Giorno della Memoria di tutte le violenze, Anpi Orvieto propone due appuntamenti pubblici, aperti a tutti e in primis agli studenti delle Scuole di Orvieto.

Il primo appuntamento si terrà Giovedì 19 Novembre 2009 alle ore 18.00 presso Il Palazzo del Gusto(via Ripa Serancia I,16 in Orvieto), dove l’autore, Marcello Pezzetti, presenterà “Il libro della Shoah italiana”- i racconti di chi è sopravvissuto. Un’opera attesa da sessant’anni che fotografa senza commenti le vicende di vita e di morte ad Auschwitz e in altri lager presentate dagli oltre cento testimoni sopravvissuti su 9.000 deportati dall’Italia. Marcello Pezzetti, è storico del Cdec-Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, direttore del costituendo Museo della Shoah di Roma, membro della Commissione storica della Fondation pour la Mémoire de la Shoah di Parigi e delegato italiano della Task Force for International Cooperation on Holocaust, Remembrance and Research.

Il secondo appuntamento è fissato per Giovedì 10 Dicembre 2009(sala da definire in una scuola di Orvieto- ore 10.00), dove con il contributo delle Scuole di Orvieto e il Patrocinio del Provveditore agli Studi di Terni, dr. Roberto Monetti, si terrà un incontro pubblico con uno degli ultimi testimoni di Auschwitz, Shlomo Venezia, nato a Salonicco, in Grecia, nel 1923, oggi documentarista e scrittore di origine ebraica. Deportato e sopravvissuto all'internamento nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Shlomo durante la prigionia fu obbligato a lavorare nei Sonderkommando («unità speciali»), squadre composte da internati e destinate alle operazioni di smaltimento e cremazione dei corpi dei deportati uccisi mediante le camere a gas. Tali squadre venivano periodicamente uccise per mantenere il segreto circa lo svolgimento della cosiddetta “soluzione finale” per annientare il popolo ebraico. Shlomo Venezia è uno dei pochi sopravvissuti - l'unico in Italia, una dozzina nel mondo - di queste speciali squadre e ha raccolto le sue memorie in un libro pubblicato nell'ottobre 2007 a cura dell'editore Rizzoli dal titolo Sonderkommando Auschwitz. Ad Orvieto incontrerà i ragazzi delle scuole, racconterà e risponderà alle loro domande.




Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo(nazismo), del fascismo e dell’Olocausto perpetrato contro il popolo ebraico e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Il testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria:
« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»



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Marcello Pezzetti
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Biografia
Ha fondato nel 1994 la videoteca presso il CDEC (centro di documentazione Ebraico contemporaneo) di Milano, ed è anche professore presso l'Università di studi sulla Shoah situata presso il museo della shoah Yad Vashem di Gerusalemme, nonché portavoce per l'Italia della Task force internazionale per la didattica della shoah in Europa.

Ha fornito consulenza storica presso la Rai e Mediaset per numerosi documentari sulla Shoah, oltre che per film come Schindler's List, La vita è bella e il più recente My Father di Egidio Eronico. È autore insieme alla collega Liliana Picciotto del film documentario Memoria, per la regia di Ruggero Gabbai, contenente le interviste ai superstiti Italiani della shoah, che è stato selezionato ai Festival del Cinema di Berlino, Norimberga e Gerusalemme del 1997. Sempre con la collega Liliana Picciotto , ha realizzato l'opera multimediale Destinazione Auschwitz (2000, 2001, 2002), una vera e propria enciclopedia multimediale in cd rom sulla storia della Shoah, contenente migliaia di ricostruzioni multimediali , fotografiche , e filmate della shoah e della storia del campo di sterminio di Auschwitz.

Nel 1999 dopo una complessa indagine individuò per la prima volta il luogo esatto dove si trovava ubicato il Bunker 1 di Auschwitz, ovvero la prima camera a gas usata nella storia di Auschwitz, che dopo la guerra era stata trasformata in una fattoria da una famiglia di contadini Polacchi. Nel 2000 ha inoltre creato sempre presso la fondazione CDEC di Milano il settore che si occupa specificatamente di didattica della Shoah, con un apposito gruppo di ricercatori ed esperti che interviene su richiesta di scuole e università per realizzare iniziative e corsi specifici sulla shoah. Marcello Pezzetti è inoltre stato scelto per ricoprire il ruolo di direttore del Museo Memoriale della shoah Italiano che dovrà sorgere fra qualche anno nei giardini di Villa Torlonia a Roma.

domenica 8 novembre 2009

“Donne, antifascismo e democrazia” Dalla memoria al futuro, ricordando Nilde Iotti



Iniziativa nazionale ANPI a Roma: "Donne, antifascismo e democrazia, ricordando Nilde Iotti"

Sabato, 28 novembre 2009 – ore 15,00

Palazzo Valentini – Aula del Consiglio Provinciale – via IV Novembre, 119 – Roma

Interverranno:
ELETTA BERTANI, MARISA OMBRA, MARISA RODANO, LIVIA TURCO

Saranno presenti personalità del mondo politico, culturale e sindacale

lunedì 2 novembre 2009

“ROMA CLANDESTINA” (1944)

La F.I.A.P. – Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane - terrà il proprio Consiglio Federale, massimo organo della Federazione, il prossimo 6 novembre in Milano presso la sede di Via De Amicis 17.

A conclusione dei lavori la F.I.A.P. e Commnunitas 2002 invitano alla visione del Documentario



“ROMA CLANDESTINA” (1944)


FULVIA RIPA di MEANA e IL FRONTE MILITARE CLANDESTINO


di GIUSEPPE CORDERO LANZA di MONTEZEMOLO


Milano - Circolo di via De Amicis 17


venerdì 6 novembre dalle ore 21




Presentazione Guido Bersellini Presidente della Fondazione Aldo Aniasi

Angelo Salvatori Presidente di Communitas 2002

Emiliano Crialesi, Domenico Martone autori del documentario





Interventi

Francesco Berti Arnoaldi Veli Presidente Nazionale FIAP

Armando Cossutta Presidenza onoraria ANPI

Gianfranco Maris Presidente ANED

Virginio Rognoni Associazione Partigiani Cristiani



Partecipa

Carlo Ripa di Meana figlio di Fulvia Ripa di Meana



Coordina

Mario Artali Presidente Circolo De Amicis






Sa rà anche l’occasione per ricordare Aldo Aniasi a quattro anni dalla sua scomparsa e sua moglie Stefania che ci ha lasciato il 17 settembre scorso

INTIMIDAZIONE CONTRO RADIO POPOLARE a MILANO

"Comunicato di Radio Popolare Milano."

Un gruppo di neofascisti di Casa Pound, Cuore Nero e Blocco Studentesco ha minacciato questa mattina (1° novembre) Radio Popolare.
Poco prima delle 13 una ventina di persone è arrivata davanti alla sede della radio con uno striscione con scritto: “Un fascio non ha prezzo, per tutto il resto c’è Radio Popolare”.
Dalle immagini delle telecamere si vede che provano ad entrare nella sede ma che, trovando la porta sbarrata, la coprono di adesivi, mentre altri – alcuni con il casco e altri con il cappuccio in testa - urlano slogan e sventolano bandiere. I redattori di Radio Popolare usciti per capire l’accaduto vengono accolti con lo slogan “comunisti di merda”.
Il messaggio intimidatorio è chiarissimo: se dai spazio alle voci democratiche e antifasciste – come nel caso delle manifestazioni di venerdì scorso contro il convegno della destra a Bergamo – te la dovrai vedere con noi fascisti. Oggi un raid con striscioni e adesivi, domani chissà.
Ringraziamo le persone, le associazioni e gli esponenti politici che ci hanno già dimostrato solidarietà.

http://www.radiopopolare.it/comunicati/anno/2009/mese/11/n/925/

giovedì 8 ottobre 2009

L’ANPI: BERLUSCONI VERSO UNA DERIVA AUTORITARIA APPARTENENTE AL PASSATO, E’ FUORI E CONTRO LE REGOLE DELLA DEMOCRAZIA



L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, testimone e custode dei valori di Libertà e Giustizia che hanno ispirato la lotta di Liberazione nazionale e il mutamento profondo della nostra Patria dal totalitarismo fascista alla democrazia, rievocando il percorso storico attraverso cui è stata elaborata e approvata – con larghissima e condivisa maggioranza – la Carta costituzionale, esprime profonda solidarietà al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che della Costituzione è interprete rigoroso e lungimirante, a fronte degli inammissibili attacchi politici del Presidente del Consiglio, che con essi si colloca fuori e contro le regole del sistema democratico, sulla via di una deriva autoritaria e pericolosa appartenente al passato.





La Presidenza Nazionale ANPI

mercoledì 7 ottobre 2009

ANPI provinciale di Perugia si rinnova : Innamorati, Montacci e Simoncelli alla guida dell'associazione.




Il 6 ottobre si è tenuta la riunione del comitato regionale dell'ANPI dell'Umbria. Il comitato era stato convocato per salutare Mario Bonfigli che ha deciso di lasciare la guida dell'ANPI di Perugia. Grande presenza dei circoli da tutta la regione. Terni, Orvieto, Foligno, Spoleto, Marsciano, Città di Castello ed ovviamente Perugia. In apertura c'è stato l'intervento graditissimo di Fabrizio Bracco presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria che dopo il saluto a Bonfigli ha illustrato le iniziative della regione. Successivamente si è passati alla nomina dei nuovi dirigenti dell'ANPI di Perugia. Francesco Innamorati è stato nominato Presidente Onorario, Paolo Montacci Presidente e Giovanni Simoncelli segretario. Mario Bonfigli mantiene la carica di Presidente Regionale dell'ANPI:Durante la riunione è stata accolta la proposta dell'ANPI di Terni di realizzare un gemellaggio con l'ANPI dell'Abruzzo.

sabato 3 ottobre 2009

Grande Successo della Manifestazione per la Libertà di Informazione; forte presenza dell'ANPI






Grande partecipazione alla manifestazione promossa dalla FNSI per la libertà d'informaziome; 150.000 persone hanno riempito piazza del popolo. L'ANPI dell'Umbria ha partecipato con una folta delegazione che si è unita al presidio ANPI posto all'ingresso della piazza.

mercoledì 30 settembre 2009

Storia, storielle, storiacce - di Renato Covino

Pubblicato sul mensile MICROPOLIS di settembre

Non ha tutti i torti Marcello Marcellini, autore de I Giustizieri. 1944:la brigata “Gramsci” tra Umbria e Lazio, a prendersela con la puntuta recensione di Marco Venanzi pubblicata sul numero di luglio di “micropolis”. Venanzi infatti polemizza con l’autore come se la sua opera fosse un saggio storico. Leggendolo e rileggendolo, invece, l’impressione che se ne ha è quella di un libro che racconta non la storia, ma una storia. Insomma Marcellini ha scritto una sorta di romanzo storico a tesi: i partigiani, o almeno alcuni di loro, erano dei sanguinari con il gusto di uccidere, quelli che essi giustiziavano non erano fascisti, la magistratura era prona al potere comunista e via dicendo. Insomma è come se uno volesse studiare il Seicento francese leggendo (absit iniuria verbis) i romanzi di Dumas padre o il Medioevo inglese attraverso Ivanhoe di Walter Scott. Detto questo ci si consenta di dire che il libro di Marcellini è un “romanzo” che gioca sui toni forti, una sorta di thriller sanguinolento, con effettacci, compresa la concessione all’odierno spirito animalista (l’uccisione a coltellate e a colpi di calcio di moschetto, come il suo padrone, di Tania, la cagnetta di Centofanti). Oggi si pubblica tanta robaccia e non è un libro più o meno brutto che fa la differenza, quello che merita qualche risposta non è quindi Marcellini, quanto i suoi esegeti ed apologisti, che gli riconoscono il ruolo di storico di vaglio e ricercatore obiettivo. Fino a quando questo avviene su siti e riviste che fanno chiaro ai reduci della Rsi pazienza, quando però la questione tracima oltre questo ambito merita qualche chiarimento.

I fatti
Non è vero che gli eventi raccontati da Marcellini non fossero conosciuti e che siano stati portati alla ribalta dall’autore e dal compianto prof. Pirro. Quando i processi furono celebrati vennero fatte addirittura assemblee popolari, più recentemente ne ha parlato Sandro Portelli nel suo Biografia di una città, uscito nel 1985, infine - nel convegno organizzato in occasione del Cinquantesimo della liberazione - della violenza partigiana ha parlato, sia pure sommariamente, Gianfranco Canali. Si dirà che ad essi non è mai stato dedicato un libro ed è vero, ma è anche vero che ancora non esistono studi esaustivi sulla Resistenza in Umbria, sul fascismo e sull’antifascismo, sulla stessa brigata Gramsci, cose altrettanto importanti dei giustiziati nel ternano e nel reatino.

Le fonti
Gli archivi consultati da Marcellini non sono affatto segreti, ma sono consultabili da chiunque voglia. Marcellini sa, perché a volte li cita, che proprio a fianco delle buste da lui consultate a Roma, a Terni, a Rieti, a Perugia stanno decine di faldoni di processi a fascisti repubblicani che in molti casi vennero assolti dai reati loro ascritti, molto più gravi di quelli imputati ai partigiani della Gramsci. Lo diciamo non per rispondere “morto su morto”, quanto perché lavorando su fonti indiziarie, e da avvocato, Marcellini dovrebbe sapere che l’attendibilità dei testimoni ha una qualche rilevanza. Alcuni dei suoi “testi a carico” compaiono come imputati in altri processi e in qualche caso sono condannati. Per fare un esempio: che cosa avrebbe dovuto dichiarare al processo per i fatti di Morro Reatino, Di Marsciano, capo della provincia di Rieti, condannato all’ergastolo - pena convertita prima in trent’anni, poi in ventuno - ed infine amnistiato dopo pochi anni, se non di non essere al corrente dei fatti. Poteva compromettere le sue possibilità di uscire di galera?

I processi e la natura dei reati.
I reati ascritti ai partigiani erano stati ritenuti, subito dopo la guerra, oggetto di amnistia. I processi di fine anni quaranta e inizi anni cinquanta vengono riaperti con un’imputazione diversa. I familiari dei giustiziati sostengono che non si era trattato di morti legate a contrasto politico, quanto di reati commessi a scopo di rapina. Insomma le vittime sarebbero state uccise per derubarle dei loro averi. Marcellini riprende questa accusa infamante sia nel libro che nell’intervista di risposta a Venanzi. I giustiziati venivano prelevati “dalle loro abitazioni che venivano con l’occasione sistematicamente saccheggiate”. Da questa accusa vennero assolti gli imputati e non tanto da quella di aver ucciso i fascisti in questione.

Rappresaglie e controrappresaglie
Vi sono altre due questioni che merita di sottolineare. La prima è quello della definizione di rappresaglia e controrappresaglia. Alla domanda del giornalista de “Il Giornale dell’Umbria” nell’intervista del 31 agosto se le azioni dei partigiani siano definibili, come sostiene Venanzi, controrappresaglie, Marcellini risponde: “La tesi non è sostenibile. Una controrappresaglia avrebbe avuto un senso se fosse stata operata contro gli stessi tedeschi e non contro singoli fascisti o presunti collaborazionisti che se ne stavano nelle loro case in attesa dell’imminente, e ormai certa, fina della guerra” e aggiunge che l’operazione fatta dai partigiani è di “controterrore” per riprendere il controllo del territorio. Ora sul concetto di rappresaglia e controrappresaglia nell’ultimo quindicennio sono stati versati fiumi di inchiostro, si veda a proposito per tutti quanto scrive Claudio Pavone nel suo Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza ( pp. 475-492) che dà una definizione equilibrata di entrambi i concetti: come la rappresaglia è un atto di terrore per togliere ai “ribelli” l’appoggio della popolazione, così la controrappresaglia ha un valore uguale e contrario. Dove sarebbe l’errore di Venanzi? La seconda è più sottile. Perché le vittime sono fascisti e appartenenti all’apparato burocratico repressivo della Rsi? La questione va posta in relazione alla legittimità o meno d’un potere che pretende di avere, come ogni potere, il monopolio della violenza. Se si nega la sua legittimità è ovvio che non si ritiene legittima l’azione dei suoi rappresentati e che quindi li si colpisca, anche in modo violento.

Conclusioni d’obbligo
Come si vede le questioni sono meno semplici di quanto possa apparire e meritano ben altri apparati concettuali di quelli irenico moralistici che utilizza uno degli estimatori di Marcellini, Francesco Pallia, o di quelle granguignolesche dell’avvocato ternano. A Pullia può non essere inutile ricordare che, quando il pacifista e antifascista Capitini fu costretto a fuggire da Perugia, scelse di rifugiarsi presso la brigata Francesco Innamorati che operava sui monti vicini alla città, ove combattevano molti dei suoi allievi diventati nei primi anni Quaranta comunisti e che mai Capitini ha parlato di resistenti e di partigiani come di criminali.
C’è da aggiungere una conclusione d’obbligo. Il fatto che libri come quello di Marcellini abbiano corso e possano apparire come saggi storici, deriva anche dall’afonia e dagli errori – almeno nel caso ternano - di chi ritiene la Resistenza momento fondante della vicenda repubblicana. A lungo si è negato, da parte partigiana, il carattere di guerra civile della Resistenza, ritenendolo quasi infamante; d’altro canto gli storici per cautela o per pudore hanno ritenuto bene tenersi sulle generali, evitando di fare nome i cognomi, quasi per un eccesso di deontologia professionale. E’ ora invece di cominciare a fare a tutto tondo la storia di fascisti e resistenti, con i nomi e i cognomi dei responsabili delle stragi di parte repubblichina, dei processati, dei condannati, dei graziati (a proposito dello spirito paracomunista della magistratura!), senza nessun timore e falsa cautela. Infine c’è un tocco di volgarità o di assenza di stile cui merita rispondere. Il presidente dell’Isuc Mario Tosti scrive un articolo sui pericoli dell’altra storia? puntualmente su un blog orvietano compare un intervento che sostiene che l’Isuc è la voce storica della regione e che a ciò si deve l’intervento di Tosti, poco importa che sia uno stimato storico dell’Ateneo perugino. Marco Venanzi critica Marcellini? e che poteva fare? lavora all’Icsim, altra emanazione dei poteri locali (non conta che ne siano soci istituzioni ed enti che non hanno nulla a che vedere con la politica). Se applicassimo pedissequamente questa regola dovremmo dire che poiché Pullia, estimatore del libro, lavora alla Provincia di Terni, l’ente in questione appoggia le tesi di Marcellini. Infine qualcuno insinua, sia pure in modo sotterraneo, il dubbio che “micropolis” sia una sorta di “Pravda” regionale, organo del potere “comunista” in Umbria. Coloro che coltivano questo sospetto – si sa, la madre dei cretini è sempre incinta – mandino pure nome ed indirizzo, invieremo loro gratuitamente il giornale. Potranno rendersi conto di persona del nostro grado di “servilismo” nei confronti delle istituzioni e dei partiti della sinistra.

Adesivi Forza Nuova a Orvieto - Comunicato Stampa dell’ANPI di TERNI




Adesivi in bianco e nero

Da qualche tempo – è la terza volta in poche settimane – gli Orvietani si svegliano e trovano sui muri o talvolta sui monumenti della città(più grave), una cascata di adesivi con slogan di attivisti di una parte estrema dello schieramento politico. Questa mattina è stata la volta del sottopassaggio di Orvieto Scalo, adornato imponentemente di adesivi e volantini. La cosa potrebbe essere derubricata immediamente come semplice maleducazione e "problema minimo", buono tutt'al più per attivare l'opera dei servizi di nettezza urbana comunali oppure, se ne è il caso, di vigilanza della Soprintenza dei Beni Monumentali, Artistici e Culturali( di cui la nostra straordinaria città è per fortuna stracolma). Il tema, però, è un altro: si tratta di una vera e propria provocazione, per di più reiterata nella quasi indifferenza delle istituzioni locali, Comune in primis, messa in atto da una frangia che si rifa all'estrema destra, che allo sfregio minimo in termini fisici, accompagna lo sfregio morale in una città che ha "dato" i Martiri di Camorena e che si impegna da sempre, giorno dopo giorno, a celebrare senza retorica ma con il coinvolgimento dei giovani la memoria del proprio passato. Come chiunque sa, la legge persegue gli atti di aggressione fisica al pari di quelli verbali. Se le offese sul piano personale sono materia di denuncia davanti ad un giudice, a maggior ragione lo sono le offese sul piano collettivo e sociale, che stanno avanti al tribunale della Storia: qui si tratta di (ri)tracciare tutti assieme, al di là degli schieramenti partitici, il discrimine di civiltà tra il futuro che vogliamo di prosperità e progresso per tutti, e chi vuole strizzare l'occhio ad antichi scheletri nell'armadio e riportare indietro l'orologio della storia. A partire da Orvieto, l'intera comunità delle cittadine e dei cittadini di Terni e dell'Umbria, nata dal sacrificio di molti e da un sussulto di amor di patria a seguito della Resistenza al Nazi-fascismo, sarà parte attiva in quest'opera sacrosanta di vigilanza civile e democratica.

Orvieto 30 settembre 2009-09-30

E-Mail info@anpiumbria.com

lunedì 28 settembre 2009

Revisionismo ternano. La brigata Gramsci, l'avvocato spregiudicato e il radicale sprovveduto

Di Salvatore Loleggio

Intorno a un libro sui presunti crimini ed orrori perpetrati da partigiani della Brigata Gramsci, che operò nel Ternano e nel Reatino, è nata nei mesi scorsi una polemica che sarebbe di piccola portata, se la reinterpretazione complessiva della storia d'Italia non fosse tra i puntelli ideologici della destra che governa e che in parti consistenti aspira a farsi regime. Sul tema uscirà domenica 27 settembre su "micropolis" un articolo di Renato Covino, docente di Storia contemporanea all'Università di Perugia, che riteniamo chiarificatore e che invitiamo a leggere. Qui crediamo di fare cosa utile fornendo ai lettori una breve ricostruzione della polemica e, in appendice, un articolo di Marco Venanzi dal numero di luglio-agosto di "micropolis" e una nota "didattica" sul revisionismo.

Cronistoria di una polemica
L'avvocato ternano Marcello Marcellini ha dato alle stampe a fine maggio un libello dal titolo I giustizieri, che ha raccolto entusiastici commenti nella stampa di destra. Il Marcellini dal canto suo ha dichiarato al "Giornale dell'Umbria" di non aver mai detto di voler svelare "gli orrori della Gramsci"e di aver compiuto un "lavoro minuzioso" basato sull'analisi delle carte processuali. E per dimostrare di non volere parlare di orrori racconta al "giornalino": "Le persone venivano ... trascinate fuori e uccise a bastonate e pugnalate. Spesso venivano evirate. Ai cadaveri venivano strappati gli occhi... ". Non sapremmo dire quanto spesso visto che i presunti "omicidi" sarebbero in tutto sette. Ma il Marcellini insiste "sono obiettivo", e in giro per l'Umbria, vanta una sua giovanile militanza in Potere Operaio, al fianco di Oreste Scalzone: "Figurarsi se io...".
Sul "corrierino" il 23 luglio è stata pubblicata una recensione elogiativa del radicale nonviolento Francesco Pullia (rivelerà successivamente che era stata rifiutata da "Il Messaggero"). Il Pullia non scende nel merito, si fida ciecamente del Marcellini che stima come avvocato e saggista e del defunto Vincenzo Pirro, uno storico ternano che ha firmato la prefazione. Marco Venanzi invece su "micropolis" di luglio - agosto (lo si trova in appendice sul mio blog) mette in evidenza arbitrii, omissioni e strafalcioni dell'avvocato ex PotOp improvvisatosi storico revisionista.
Intanto fioccano i commenti sulla recensione del Pullia, rilanciata dal sito di "Orvieto news" (http://www.orvietonews.it/index.php?page=notizie&id=21501 ). Si comincia con quello critico e misurato di Valentino Filippetti , per passare ad altri molto entusiasti del libro e del recensore o molto polemici. Si tratta quasi sempre di interventi meramente ideologici di gente che non ha letto il libro e non ha proceduto a verifiche, spesso scritti in pessimo italiano, la carne da macello senza costrutto che spesso intasa la rete. Ma a Pullia non pare vero d'essere stato preso sul serio e perciò non esita a prendere sul serio detti commenti. A fine agosto il "Giornale dell'Umbria" di Castellini e Colaiacovo, dà a sua volta spazio all'avvocato che fa il sorpreso ("Da Venanzi non me l'aspettavo") e insiste sul sadismo partigiano ("ci provavano gusto").
L'8 settembre Pullia pubblica una più ampia recensione sul sito di "Notizie radicali". Vi aggiunge una curiosa asserzione ("la sinistra che si batte contro la libertà di stampa è inaffidabile"), cui affianca una più curiosa argomentazione ("guardate come hanno trattato il libro di Marcellini e la mia recensione").
Il Pullia soffre evidentemente di manie di persecuzione. Dopo che un imbecille gli ha spedito una lettera anonima (prontamente consegnata alla Digos), si considera, insieme al Marcellini, bersaglio di una "fatwa". Ad aprire il fuoco di fila sarebbe stato niente meno che "un periodico che esce allegato con "il manifesto" e poi "taratatam". Avrebbe potuto scrivere "micropolis" (così come avrebbe potuto scrivere "Marco Venanzi"), ma, come gli stalinisti più accaniti, al "nemico" nega perfino il nome. Dell'articolo di "micropolis" (che peraltro di lui non si occupa) cita solo il termine "revisionismo", le altre citazioni sono tratte dai commenti del sito di "Orvieto News". La sua recensione e la sua tirata vengono peraltro riprese da molti siti legati all'estrema destra, nostalgica della Repubblica Sociale e di Salò,tra gli altri "voce della fogna".
Pullia è un poveretto che si è messo in testa di fare il Pannella, ma imita male il suo guru. Molti anni or sono il gran capo radicale, nella sua foga iconoclasta, usò contro i "compagni assassini" del Pci la stravagante argomentazione che sarebbero stati correi della strage delle Fosse Ardeatine perchè gli esecutori dell'attentato di via Rasella, invitati da un manifesto delle SS a presentarsi, non lo avevano fatto. Il manifesto non è mai esistito: non solo non se ne è mai trovata copia, ma non ne hanno mai parlato i Kappler & C., che nei processi a loro carico avrebbero potuto esibirlo come attenuante; è' invece un caso clamoroso di leggenda urbana efficace: taluni in buona fede ricordano di averlo visto con i propri occhi, per uno degli inganni della memoria di cui ci parlano gli storici di mestiere.
Ma Pannella non si curava di appurare la veridicità della leggenda, a lui interessava la guerra senza quartiere ai comunisti e alla loro storia. Pannella, come il suo amico Montanelli, è del resto campione di quella "malafede" che nelle parole di Guido Piovene, un altro che se ne intendeva, è "l'arte di non conoscersi, o meglio di regolare la conoscenza di noi stessi sul metro della convenienza". L'autore di "Lettere di una novizia" concludeva con un elogio della malafede. Scriveva: "Non è uno stato d'animo, ma una qualità dell'animo", non è "una concessione all'opportunismo volgare, ma l'accettazione di una concezione della condizione umana". Insomma per essere campioni di malafede come Pannella, non si può essere "campioni senza valore" e "uomini senza qualità".
Nel Pullia di questa polemica noi invero non riusciamo a trovare valore o qualità, troviamo tuttavia un difetto che lo mette in sintonia coi tempi. E' di sicuro un difetto di cultura che lo spinge a immaginarsi (lui come il suo mentore Pirro) negli anni di Scelba una magistratura asservita al Pci e perciò incline a chiudere gli occhi sui crimini partigiani. In realtà in quegli anni i giudici assolvevano in massa i gerarchi e i criminali di Salò, inclusi certi torturatori, e incarcerava decine di migliaia di comunisti spesso per reati di opinione.
Lo stesso difetto di cultura spinge forse Pullia a parlare con sicumera di cose delle quali non è informato, per esempio del "revisionismo". Non gli farà male la nota di spiegazione del termine e delle sue diverse accezioni che accompagna come appendice la versione più ampia di questo resoconto nel mio blog
(http://salvatoreloleggio.blogspot.com/2009/09/revisionismo-1.html).

martedì 22 settembre 2009

65^ Anniversario dell'Eccidio del Grappa




A.N.P.I. – AVL – ASSOCIAZIONE 26 SETTEMBRE
Organizzano un corteo che partirà da Viale dei Martiri e percorrerà Viale Venezia, Via Bgt Basilicata e Viale dei Martiri per ricordare l’eccidio del 26 settembre 1944

Domenica 27 settembre 2009 alle ore 20

La cerimonia si svolgerà con le seguenti modalità:
- Raduno dei partecipanti alle ore 20 davanti alla lapide di Viale dei Martiri; alcuni ex partigiani accenderanno il fuoco su un braciere, si accenderà una fiaccola e con la medesima lumini portati da bambini. I lumini saranno subito deposti dai bambini stessi davanti alla lapide
- Saranno letti alcuni brani riportanti lettere di impiccati e fucilati della resistenza e altri presi dalla letteratura
- Si accenderanno lumini che giovani depositeranno poi ai piedi di ogni albero degli impiccati del 26 settembre 1944
- Alle 20,30 circa il corteo si incamminerà uscendo da Porta delle Grazie, percorrerà a destra parte di Viale Delle Fosse lungo il marciapiede e attraverserà la strada in corrispondenza di Viale Venezia proseguendo lungo il marciapiede di destra. Si proseguirà fino agli ultimi alberi in territorio di Cassola. Si ritornerà dall’altro lato della strada, si riattraverserà Viale Delle Fosse, si proseguirà lungo il marciapiede di Via Bgt Basilicata e ritornando si percorrerà Viale dei Martiri. Il corteo si scioglierà davanti alla lapide.
- Non si faranno canti, non saranno eseguiti brani musicali, niente bandiere o scritte; solo i brani letti da alcuni giovani, per il resto un silenzio pieno di memoria, omaggio, ricordi, progetti tesi a fortificare il nostro spirito e la nostra vigilanza.
Questa iniziativa è nuova e vuol essere soprattutto omaggio
e testimonianza che partono dal nostro intimo
diventando messaggio genuino e forte
L’eccidio del Grappa … i fucilati … gli impiccati …
Frammenti di orrore … di dolore …
di strazio … di tradimento … di volgarità …di ignominia.
LA NOSTRA PRESENZA E’ PREZIOSA – E’ CANTO DI DOLORE E TESTIMONIANZA


per info a.n.p.i.bassano@gmail.com

martedì 8 settembre 2009

L'ANPI e ANPPIA ricordano l'8 settembre a TERNI

L'ANPI ha ricordato l'8 settembre 1943 a Terni con una ceriminia presso il monumento ai partigiani a Ponte Garibaldi.Alla manifestazione hanno partecipato il sindaco di Terni sen. Leo Di Girolamo, rapreentanti del Prefetto e del Questore di Terni, dell'Esercito e dei Carabinieri.
Folta la rappresentanza dell'ANPI guidata dal presidente provinciale.
Dopo la deposizione di una corona ha preso la parola il vice presidente dell'ANPI di Terni Valentino Filippetti che ha ricordato il valore della resistenza ed il significato storico dell'8 settembre 1943. In particolare i è soffermato sul contributo di tanti civili e militari che proprio dopo l'8 settembre si ritrovarono uniti per riconquistare la democrazia per il nostro paese.
Ha poi preso la parola il Sindaco Di Girolamo che ha ringraziato l'ANPI e l'ANPPIA per l'iniziatica odierna e per le tante prese durante l'anno. Il sindaco ha ricordato il contributo degli antifascisti ed il valore della Resuistenza.

domenica 23 agosto 2009

Comunicato Stampa ANPI Santarcangelo di Romagna

L’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) sez. di Santarcangelo di Romagna esprime il suo rammarico per le parole riportate da quotidiano “La Voce di Romagna” in data martedì 18 agosto e attribuite al sig. Bruno Rossi, presidente della sezione di tiro a segno di Santarcangelo di Romagna.
Etichettare l’accaduto come “folkloristico”, vuol dire non comprendere la gravita di quelle foto, la superficialità con le quali vengono giustificate nei fatti, pone dei dubbi sulla direzione della sezione stessa, con l'aggravante, secondo quello che è scritto nel giornale, che tale evento è avvenuto nel giorno successivo alle celebrazioni del 25 aprile, giornata della liberazione dal nazi-fascismo.
Oltremodo, la totale assenza di scuse pone degli interrogativi e autorizza a pensare che le frasi riportate siano esclusivamente di circostanza e prive di ogni reale senso di dispiacere per l'offesa fatta alle sensibilità di chi ha subito quelle "divise" (popolazione civile, ebrei, deportati e partigiani).
Vorremmo anche ricordare per completezza e correttezza d'informazione, come gia citato nei giorni scorsi, che non si tratta di foto finite su internet, ma di una precisa segnalazione da parte di un cittadino presente al fatto cui è seguita, tra l’altro, una interrogazione parlamentare.
La gravità della cosa, cosi come la pessima pubblicità al comune di Santarcangelo di Romagna, è sotto gli occhi di tutti, non ci resta che continuare a diffondere i giusti ideali dell’antifascismo e a segnalare i casi in cui venga offesa la memoria e la storia del nostro paese.


Il comitato dell'Anpi di Santarcangelo di Romagna

mercoledì 12 agosto 2009

66 anni fà il primo bombardamento di Terni






L'11 agosto a Terni, in piazza S.francesco è stato ricordato il primo bombardamento subito dalla città durante la seconda guerra mondiale. Davanti alla lapide d'acciaio che ricoda le vittime le autorità civili e militari si sono raccolte per rinnovare ancora una volta la volontà di denunciare la barbarie della guerra. Presente una nurita delegazione dell'ANPI di Terni guidata da Alvaro Valdenti e Valentino Filippetti

giovedì 6 agosto 2009

Rimini, domenica 16 agosto, l’Anpi celebra con un concerto la memoria dei tre martiri La meglio gioventù: Mario, Luigi e Adelio

Domenica 16 agosto, a Rimini non solo mare ma anche Memoria con “La meglio gioventù”. Il concerto gratuito, giunto alla sua quarta edizione, celebra il 65° anniversario dall’uccisione di Mario, Luigi e Adelio, i tre martiri impiccati nel 1944 dai tedeschi nell’omonima piazza di Rimini. Un evento drammatico nella storia della città che ben evidenzia come il nazi-fascismo avesse condizionato i ritmi di vita locale costringendo molti a combattere per la liberazione dal regime. Una memoria che l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Rimini, promotrice dell’iniziativa, vuole recuperare celebrando il sacrificio dei tre partigiani.
Il concerto si svolgerà alle 21, nella corte degli Agostiniani (via Cairoli, 42 - Rimini). E avrà come ospite d’eccezione il gruppo "Mercanti di Liquore”. Il trio acusticolombardoècaratterizzatodalpersonale approccio alla musica d'autore e conosciuto ormai da diversi anni anche nell'ambito teatrale, per l'apprezzata collaborazione con l’attore Marco Paolini. I Mercantiproporranno un repertorio che recupera i ritmi del folk per rielaborarli in un sound moderno ben amalgamato con la canzone d’autore.
In occasione dell’evento l’Anpi offrirà in omaggio la ristampa del libro “Tre Martiri 16 agosto 1944” (Panozzo Editore) dello storico Amedeo Montemaggi.

In caso di pioggia il concerto si svolgerà al teatro degli Atti (via Cairoli, 42 - Rimini). Per informazioni rivolgersi all’Anpi Rimini tel. 0541 704293 - 0541 704292, partigianirimini@yahoo.it - www.anpi.rimini.it

giovedì 23 luglio 2009

Gemellaggio tra l'ANPI di Spoleto ed il circolo culturale sloveno Oton Zupancic di Sant’Andrea - Gorizia

Per onorare la festa della Repubblica, nei giorni dal 30 maggio al 02 giugno 2009, la sezione ANPI di Spoleto intitolata a Probo Martinelli, combattente della guerra di Spagna, e la sezione dell’ANPI di Sant’Andrea - Standrez in provincia di Gorizia, hanno organizzato un gemellaggio ricordando i partigiani jugoslavi, sloveni e umbri che hanno combattuto con gli umbri sulle montagne della Val Nerina.
Per l’occasione sono arrivati in visita a Spoleto circa 45 membri dell’Anpi di Sant’Andrea e del circolo culturale sloveno Oton Zupancic di Sant’Andrea - Gorizia che ha collaborato all’evento.
Sono state apposte varie corone, tra le quali una nella Rocca Albornaz a Spoleto, dalla quale evasero alcuni prigionieri come primo atto della Resistenza spoletina, a Forca di Cerro nel luogo della fucilazione di 19 partigiani jugoslavi e a Norcia, presso la targa che ricorda la partigiana, medaglia d’argento al valor militare, Rosa Marucci di Norcia ed e’ stato visitato il luogo a Castelluccio di Norcia dove venne ucciso Paolo Schiavetti Arcangeli, medaglia d’oro al valor militare.
Il gemellaggio ha avuto il suo apice nel cinema-teatro di Arrone con il concerto del gruppo vocale maschile Sraka che fa parte del circolo culturale Zupancic. Patrocinato dal comune e’ stato un momento di ricordo e di conoscenza reciproca oltre che ad un momento di arte canora, durante il quale sono intervenuti con dei brevi racconti di memorie il presidente dell’ANPI di Spoleto, il sig. Gianpaolo Loreti e la presidente dell’ANPI di S.Andrea , il Cavaliere della Repubblica Vilma Braini. Il circolo Zupancic che prende il nome da un poeta sloveno, nasce dopo anni di terrore e di persecuzioni nel 1945, subito dopo la liberazione alla fine della seconda guerra mondiale, a Sant’Andrea, in provincia di Gorizia, in un territorio finalmente libero e sicuramente in un periodo di rinascita dopo tanto dolore.
Sin dalla sua fondazione, l’obbiettivo del circolo, è quello di preservare, valorizzare e di far conoscere la cultura e la storia della minoranza slovena, della sua lingua, dei suoi usi e dei suoi costumi Tra le varie attività, spicca sicuramente quella canora, molto amata dal popolo sloveno e dalla quale nasce anche il gruppo vocale maschile Sraka che si compone di circa 16 coristi tra i 30 e i 40 anni e che e’ diretto dal maestro Bogdan Kralj di Trieste.
I rappresentanti del circolo hanno ricordato che fino alla fine della prima guerra mondiale, 1918, la loro era una terra multiculturale, dove convivevano tutti i popoli dell’impero austroungarico. Con l’avvento del fascismo fu proibito l’uso della loro lingua madre, lo sloveno, le scuole slovene vennero abolite e molte persone vennero allontanate dai loro posti di lavoro per italianizzare anche questa terra. Poi arrivò l’invasore nazista.
Gli operai e gli intellettuali rimasti, erano contrari al regime, e nacque così anche a Sant’Andrea e a Gorizia, la Resistenza.
A Sant’Andrea furono molti gli uomini e le donne che si mobilitarono e raggiunsero le formazioni partigiane nei boschi e nelle montagne della zona. Nel paese rimasero per lo più bambini e anziani che lavoravano di nascosto per procurare ai partigiani vestiario, medicinali e tutto il necessario per la loro sopravvivenza. Tra questi anche la signora Braini che all’epoca era una giovinetta di appena 16 anni, che dopo essere stata arrestata a seguito di una spiata, interrogata e torturata, fu deportata con l’ultimo trasporto partito dal Friuli Venezia Giulia fino al campo di concentramento di Bergen Belsen dal quale tornò nell’agosto del 1945.
Il concerto, al quale era presente anche una delegazione dell’ANPI di Terni, si e’ concluso con il saluto del sindaco del comune di Arrone e con i ringraziamenti a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del gemellaggio, il sig. Filippo Schiavetti Arcangeli, il sig. Giovanni Simoncelli, l’ANPI di Spoleto, di Terni e di Gorizia, con un ringraziamento particolare al sig. Loreti Alberto che da anni vive a Gorizia ma che e’ originario di Spoleto e che ha dato l’avvio e l’idea per questo evento importante per la nostra memoria.

Sant’Andrea - Standrez, 10 giugno 2009

Il rischio di un'altra storia

Si è affermata negli ultimi decenni una tendenza, che è politica, ideologica e anche storiografica, a riscrivere la storia dell'Italia con¬temporanea; numerosi sono stati i volumi editi che già nel titolo sottolineano questa volontà: l'altro Risorgimento, l'altra Resistenza, per ricor¬dare due degli eventi sui quali maggiormente si è concentrata l'attività di revisione storica. Un'altra storia, dunque, che spesso ha contribui¬to a portare alla luce verità lungamente negate ma altrettanto sovente ha messo in campo un uso politico della storia, fina¬lizzato a favorire un mutamento dell'im¬maginario storico e culturale dell'opinio¬ne pubblica. Tutto questo collocato sullo scenario presente, che sembra assegnare agli studi storici una sfida molto precisa: la trasformabilità della memoria e della storia in mercé dell'industria culturale. Siamo di fronte, infatti, a un mutamento di ordine, innanzitutto economico, che imprime un carattere bulimico e compulsorio a quello che noi chiamiamo “re¬visionismo”. Le verità acclarate e gene¬ralmente accertate e accertate, in sede storica, sono merci che diventano rapida¬mente obsolete nel mercato culturale. Non si vendono facilmente, anzi non si vendono più: occorre perciò manipolar¬le, renderle nuove, sensazionali, per tro¬var loro nuovi compratori. In questo sen¬so, un caso emblematico è rappresentato dai volumi di Giampaolo Pansa che con la sua scrittura suadente, con la sua chia¬rezza espositiva e un uso onesto delle fonti, è riuscito a portare al grande pub¬blico fatti che da sempre gli storici spe¬cialistici conoscevano, ma che la storio¬grafia ufficiale aveva omesso. Così il “giornalista-storico revisionista” è stato capace di rompere il silenzio, di riporta¬re alla ribalta dolori e sofferenze seppelli¬te e dimenticate, elevandosi al ruolo di vendicatore. Anche in Umbria, un certo autoritarismo culturale, ha fatto sì che, relativamente alla Resistenza e al ruolo dei partigiani, per lungo tempo, abbia prevalso una ricostruzione unilaterale, che ha privilegiato il mito rispetto alla storia. Convenienza e retorica hanno a volte sotterrato, insieme ai cadaveri, mol¬te scomode verità. Oggi, per fortuna, le cose sono diverse e tutta una serie di pubblicazioni, portate avanti anche dal¬l'Istituto per la storia dell'Umbria con¬temporanea, stanno mettendo in chiaro il ruolo militare della Resistenza, la composizione delle bande partigiane e l'apporto problematico degli slavi, fuggiti do¬po l'8 settembre 1943 dai campi di inter¬namento, come quello di Colfiorito, gli eccessi di alcune frange della lotta clan¬destina nei confronti della popolazione civile e dei fascisti repubblichini. Ora, affermato che il male è qualcosa di uma¬no che prescinde dagli schieramenti po¬stumi, il rischio concreto di chi si accinge, anche animato da serie intenzioni di “revisione”, a scrivere “un'altra storia” è quello alla fine di accomunare fascismo e antifascismo, considerandoli come op¬posti eccessi. Il risultato finale di tale operazione dì riscrittura è quello di aval¬lare un'interpretazione storica pacificatrice, per cui il carattere autentico del¬l'identità nazionale sarebbe rappresenta¬to da quella parte maggiore del popolo italiano che avrebbe assistito da estra¬neo, o con atteggiamenti di puro soccor¬so umanitario, agli eventi, in attesa del loro sviluppo. Secondo questa visione i combattenti sui due fronti, fascista e anti¬fascista, rappresenterebbero una devia¬zione estranea alla nostra tradizione, che resta essenzialmente moderata, ostile agli eccessi, aperta a ogni aggiustamento e garantita dalla presenza stabilizzatrice di istituzioni secolari, come la Chiesa. All'antifascismo, alla Resistenza, quali fattori costitutivi delle istituzioni e della vita repubblicana, verrebbe così a sosti¬tuirsi la categoria dell'attendismo, virtù di saggezza pratica, invece che vizio di apatia, molto più conforme al genio proprio degli italiani, che sempre tra gli opposti eccessi hanno preferito procede¬re diritti. Certamente oggi l'idea di una guerra civile obbligatoria spaventa, ma allora era dettata dall'indignazione mora¬le; basta leggere, per esempio, le lettere dei condannanti a morte della Resisten¬za. Da esse emerge un'altra Italia. Un Paese di uomini e donne appartenenti a tutte le età e a ogni classe sociale, consa¬pevoli del dovere della libertà e del prez¬zo che essa in momenti estremi compor¬ta. Del resto, già nel 1947, uno dei più grandi scrittori del Novecento, Italo Calvino, nel suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno, nel quale racconta pro¬babilmente la sua esperienza di venten¬ne che per sfuggire alla leva della Repub¬blica di Salo, insieme al fratello, sale in montagna ed entra nella seconda divisio¬ne d'assalto “Garibaldi”, rinuncia a qualsiasi tentazione di rappresentazione cele¬brativa e trionfalistica della Resistenza. I suoi protagonisti sono individui “margi¬nali”, talvolta “irregolari” e tutt'altro che contraddistinti da una “coscienza di clas¬se” o da una definita “coscienza politica”. Per Calvino, la Resistenza diventa una sottile linea di confine, lungo la qua¬le scegliere di stare di qua o di là e la scelta non risponde a un processo chia¬ro, razionale; entrarono in gioco, nel¬l'una e nell'altra parte, sentimenti simi¬li: ci voleva nulla per trovarsi da una parte o dall'altra, scrive Calvino. Allora nasce il problema: cosa distingue, nono¬stante l'affinità eventuale, gli uni dagli altri e rende la valutazione drasticamen¬te e insuperabilmente contrapposta? A dividere gli uni dagli altri c'è “la storia”, che dà un senso giusto, positivo, alla furia degli uni e ricaccia gli altri dalla parte sbagliata di coloro che volevano riprodurre l'oppressione e la schiavitù. Se si dimentica questo si perde il senso della storia, che non può essere ridotta ad una somma di casi individuali, ognu¬no preso per sé e tutti giustificabili. Il senso della storia è che ai partigiani dob¬biamo quello che non avevamo: libertà e giustizia, mentre se avessero avuto ragio¬ne gli altri ce ne avrebbero ancora più brutalmente privato. Se la distinzione tra le due posizioni non è mantenuta si scrive un'altra storia, ma si legge male la storia del passato.

Mario Tosti
Presidente Istituto per la Storia dell’Umbria contemporanea

lunedì 20 luglio 2009

12-16 agosto 2009 - Marcia per la Pace S.Anna di Stazzema-Marzabotto

La Marcia per la Pace si terrà dal 12 al 16 agosto da S.Anna di Stazzema a Marzabotto, due luoghi simbolo della Pace e della Resistenza.



A 65 anni dalle stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema e Marzabotto, nasce l’idea di percorrere la distanza che separa i due luoghi, non soltanto a scopo commemorativo, ma anche e soprattutto come messaggio di Pace e Solidarietà fra i popoli, in un’epoca in cui la guerra continua prepotentemente a devastare e a spargere morte e disperazione in tutto il mondo. Parlare di pace, oggi, però significa soprattutto guardare alla situazione del nostro Paese, l’Italia, e ad una società che sembra aver smarrito la strada per la pace; significa iniziare a costruire percorsi di pace a partire da noi e dal nostro essere italiani e cittadini del mondo. Un modo per rinnovare la memoria perché il passato non si ripeta. La Marcia, articolata in 5 giorni con partenza il 12 agosto, data dell’eccidio di Sant’Anna, è studiata in modo da conciliare tratti di cammino a piedi effettivi ad altri tramite mezzi di trasporto, in modo da consentire un’agevole partecipazione a tutti coloro che fossero interessati. E’ prevista inoltre la visita/laboratorio al Parco della Pace di Monte Sole.

Per ulteriori informazioni:
ARCI Versilia - Via Regia 38 (3° piano) - Viareggio
Aperta dal lun al ven dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00
tel. 0584 46385 - fax 0584 31811 - cell. 338 6754240 - 348 2304594 - email: viareggio@arci.it

domenica 5 luglio 2009

4 LUGLIO, UNA GIORNATA NERA PER TODI

PATROCINIO PER UN RADUNO NEOFASCISTA :
LA GIUNTA COMUNALE DI TODI DISPREZZA LA COSTITUZIONE

Ancora una volta il comune di Todi si caratterizza per essere ostaggio di amministratori estremisti di destra, che dettano l’agenda politica e non nascondono la propria anima neofascista.
La proposta, votata all'unanimità dalla maggioranza, di intitolare una via ad un repubblichino di Salò, criminale, razzista-antisemita e fucilatore di patrioti Giorgio Almirante e, più recentemente, l'ingiustificabile e sprezzante assenza da parte del Sindaco e della Giunta alla commemorazione delle vittime degli eccidi nazisti di Pontecuti e Poggio, dove 14 civili tra cittadini tuderti e delle nostre campagne furono barbaramente trucidati dalle SS, ne sono purtroppo le tristi testimonianze.

Ora l’amministrazione comunale, sindaco ruggiano in testa, patrocina un raduno dell’organizzazione neofascista Casa Pound.
Il raduno si tiene sabato 4 luglio presso quello che fino a ieri si chiamava "Parco 25 aprile" e che ora viene ribattezzato, con evidente spregio per questa data, "Area verde parcheggio navetta".
Alla manifestazione interverranno, oltre al sindaco di Todi e al capo dell’organizzazione, alcuni gruppi musicali militanti nazi-fascisti che non meritano neanche di essere nominati. Il momento clou della serata sarà la “cinghiammattanza”, un virile scontro a base di cinghiate, pratica molto “culturale” inventata dal capo dell’associazione Gianluca Iannone.

La facciata con cui Casa Pound si presenta oggi nella nostra città non deve confondere o illudere solo perché si è data una copertura pseudo-culturale, esibendo una presunta attenzione ai problemi della gente.
Le tematiche sociali proposte sono, in tempo di crisi economica, una trappola per attirare quel consenso misto di paura, razzismo e ignoranza che altre forze politiche di governo hanno stimolato e poi utilizzato per vincere le ultime elezioni politiche: omofobia, xenofobia, discriminazione sessuale, superiorità razziale, spedizioni punitive, culto della violenza, odio per il diverso, sottomissione alla gerarchia, all'ordine e all'autorità.
Questi soggetti si sono in realtà fatti un nome solo come picchiatori, rendendosi celebri per aver prodotto squadracce conformi ad un modello sociale imperante e oggi orgoglioso di essere “fascista”.

Particolarmente oltraggioso nei confronti della memoria dei nostri concittadini barbaramente assassinati dai nazisti nel giugno del 1944 ed ignorati dalla giunta il giorno della commemorazione è il comportamento dell’Assessore alla cultura che dovrebbe essere in grado di selezionare le proposte di patrocinio.
Scegliendo di non onorare le vittime civili innocenti neanche con una semplice nota e contemporaneamente votare in Giunta a favore del patrocinio a Casa Pound, si è voluta (o dovuta) schierare dalla parte dei nemici della patria e della Costituzione!

ORA E SEMPRE RESISTENZA!

Dal Gruppo Facebook Todi Antifascista

lunedì 29 giugno 2009

Conclusa a Chianciano la Conferenza di Organizzazione dell'ANPI : approvata a larghissima maggioranza la relazione di Guerzoni




Domenica 28 giugno si è conclusa a Chianciano la Conferenza di Organizzazione dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Sono state approvate a larghissima maggioranza le relazioni iniziali di Ricci e Guerzoni e i documenti delle tre commissioni che hanno lavorato durante la Conferenza.
E' emerso l'orientamento di anticipare il Congresso Nazionale al 2010 e si è deciso di intensificare la collaborazione con tutte le associazione che sostengono l'ANPI.
La II Festa Nazionale dell'ANPI si terrà in estate a Milano. Inoltre si è deciso di potenziare tutti gli strumenti di comunicazione dell'associazione.

sabato 27 giugno 2009

Stati Generali dell'ANPI a Chianciano dal 26 al 28 giugno : " Siamo la casa degli antifascisti"



Si è aperta a Chianciano la Conferenza di Organizzazione dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani. Obbiettivo dichiarato è quello di fare dell'ANPI "la casa di tutti gli antifascisti". Per realizzare questa missione si intende aprire una nuova stagione dell'associazione, consolidando "la svolta" dell'ultimo congresso che ha aperto le porte degli organismi dirigenti anche a i non partigiani combattenti.
All'ANPI sono giunti moltissimi messaggi tra cui quelli del Presidente della Repubblica Napolitano, del segretario della CGIL Epifani e del PD Franceschini.

lunedì 15 giugno 2009

COMMEMORAZIONE DEGLI ECCIDI NAZISTI DI PONTECUTI E POGGIO DI MONTE CASTELLO.

I cittadini sono invitati, domenica 21 giugno alle ore 9,00, alla cerimonia di commemorazione degli eccidi nazisti di Pontecuti e Poggio di Monte Castello, quando tra il 14 e il 16 giugno del 1944, 14 civili furono uccisi dai soldati nazisti della famigerata divisione Goering. L’appuntamento è alle ore 9,00 nella piazzola antistante al ponte di Pontecuti, lungo la strada dei “Due Mari”, dove è posto uno dei cippi in memoria delle vittime. Alla deposizione delle corone, seguirà un breve intervento delle autorità civili presenti e dell’ A.N.P.I.


I FATTI
Eccidio di Pontecuti
L’eccidio avvenne Il 14 giugno del 1944, al culmine di giorni angosciosi durante i quali un gruppo di nazisti della famigerata divisione Goering acquartierati presso Pontecuti e in vari casolari della zona, perpetrò atti di vero e proprio terrore in tutta la zona ovest di Todi. Cinque contadini e una ragazzina della zona furono catturati e usati come bestie da soma per trasportare merce razziata. Al termine della triste marcia, senza alcun motivo, furono assassinati, uno dopo l’altro, Mariano Fogliani di anni 31, Natale Brizioli di anni 23, Elisa Ruggieri di anni 50, Ambrogio Ruggeri di anni 57, Virginia Ruggeri, di anni 50. Solo la bambina si salvò.

Eccidio di Poggio
La notizia della strage avvenuta due giorni prima non poteva non essere arrivata nella zona di Poggio, che dista solo alcuni chilometri da Pontecuti. La tragedia si consumo’ il 16 giugno: durante l’ennesima razzia, due giovani fratelli Giuseppe e Angelo Falcinelli più un loro amico, si ribellarono ai soprusi e spararono sui soldati tedeschi uccidendone uno e rimanendo a loro volta uccisi, il terzo giovane riuscì a fuggire. I nazisti si recarono nel casolare vicino alla ricerca del fuggitivo. All’interno, oltre i proprietari, erano presenti alcuni sfollati che avevano avuto le case requisite. Dopo un lancio di bombe a mano la casa andò in fiamme e seguì la mattanza a colpi di mitraglia. Alla fine si contarono altre 7 vittime: Achille Rapastella di 74 anni, Marsilio Rapastella di 41 anni, Vittorio Tomassi di 39 anni, Lucia Vento di 34 anni, Francesco Tomassi di 32 anni, Ernesto Tomassi di 37 anni, Giuseppa Brugnossidi 39 anni e due feriti una bambina di 7 anni Angela Tomassi e Maria Mannaioli di 29 anni.

giovedì 4 giugno 2009

2 giugno all'insegna dei valori della Costituzione italiana. Apprezzata l'iniziativa organizzata dai Giovani Democratici a Orvieto



Nella foto Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani Democratici, mentre legge la costituzione.


Numerosi i cittadini presenti all'iniziativa “Una sana e robusta costituzione”, organizzata nell'Atrio di Palazzo dei Sette” di Orvieto, in occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, dal gruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale e dai Giovani Democratici di Orvieto, dell'Orvietano e dell'Umbria. Lo scopo quello di promuovere la Costituzione fra i giovani attraverso la lettura diretta e le riflessioni sulla Costituzione italiana. Alla manifestazione, coordinata da Gianluca Foresi, hanno presenziato, Fausto Raciti, Segretario Nazionale dei Giovani Democratici, Carlo Emanuele Trappolino, Deputato PD, e Loriana Stella, Candidata a Sindaco di Orvieto. Presenti anche gli Assessori al Comune di Orvieto Pirkko Peltonen e Giuseppe Maria Della Fina, e Piergiorgio Oliveti, Presidente ANPI Orvieto, che hanno a loro volta letto e commentato alcuni articoli della Costituzione.

Qualificante la presenza all'iniziativa dell'avvocato Valeriano Venturi, che ha letto e illustrato l'articolo 1 sottolineando l'importanza del lavoro per l'impianto democratico della Repubblica e per la sovranità del popolo che lo stesso articolo 1 sancisce. Né poteva mancare, nell'epoca in cui i mass media guadagnano a torto o a ragione un ruolo sempre più fondamentale, la lettura dell'articolo 21 sulla libertà di pensiero e di informazione, effettuata da Laura Ricci, direttore del quotidiano Orvietonews.it e membro dell'associazione “Articolo 21”.

L'iniziativa, organizzata dal PD, ha visto anche una folta presenza di candidati e simpatizzanti delle altre liste che sostengono la candidatura a Sindaco di Loriana Stella. Si sono alternati nella lettura e nel commento dei vari articoli, tra gli altri Pino Cantarini, Silvio Manglaviti, Pier Paolo Mattioni, Giulia Barattolo, Lorenzo Buconi, Liliana Grasso, Lorenzo Buconi, Paolo Serpietri. E altri giovani di Orvieto e dell'Orvietano, insegnanti e alunni anche giovanissimi sensibili al valore della Costituzione repubblicana. Una Costituzione che, sebbene soggetta per alcuni aspetti marginali a qualche particolare che, per lo scorrere del tempo, può suonare anacronistico, denota la validità e la sorprendente attualità del suo impianto generale.

L'iniziativa è stata conclusa dagli interventi di Nuccio Fava e di Loriana Stella. Fava, plaudendo a un'iniziativa che riprende in mano la Costituzione per avvicinarla ai giovani, ha rievocato la figura di Aldo Moro, ultimo Ministro dell'Istruzione a fare dono della Costituzione repubblicana a tutti i diplomati delle scuole superiori, sottolineando le responsabilità politiche che, della Costituzione, hanno per certi versi appannato il ruolo. Loriana Stella, nel ringraziare per l'iniziativa, ha ricordato la figura del Presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e il suo costante richiamo ai valori e al rispetto della nostra Carta costituzionale.

giovedì 21 maggio 2009

Conferenza di Organizzazione dell'ANPI di Terni




Sabato 23 maggio ( a partire dalle 9,30 ) a Terni presso la Sala Consiliare del Comune si terrà la Conferenza d'Organizzazione dell'Associazione Nazionale Partigiani Italianiin preparazione della conferenza nazionale di giugno.
L'Anpi della provincia di Terni è cresciuta notevolmente negli ultimi anni con la nascita di nuovi circoli ed il raddoppio degli aderenti.
Sono moltissime le iniziative e le commemorazioni che si tengono ogni mese.
La conferenza sarà l'occasione per consolidare e sviluppare questo lavoro. Alla riunione partecipera
Liparota della segreteria nazionale.

martedì 19 maggio 2009

"... E allora ho capito che bisognava esserci" (Tina Anselmi, 1944) - di Romina PERNI

Con ancora in corpo la freschezza delle sensazioni che mi ha trasmesso il Convegno Nazionale delle donne dell'Anpi a cui ho partecipato oggi, cerco di fare un resoconto della giornata... che è poi un ringraziamento. Grazie a tutte le partigiane presenti che hanno raccontato le loro esperienze di vita, le lotte, le storie di quella Liberazione, purtroppo e per fortuna, sempre attuale. Nella sala in Via Frentani a Roma c'erano gran parte delle madri partigiane della nostra Repubblica legate alle altre tante presenze femminili da un filo rosso, quella della forza dell'antifascismo. Una forza che spinge ancora Giovanna Marturano, 97 anni, partigiana romana non combattente, a prendere il microfono e a dire di non farcela a stare con le mani in mano seduta in poltrona, se fuori c'è qualcosa che non va. La stessa forza che spinge Didala Ghirarducci, partigiana di Viareggio, a raccontare una storia di lotta ma prima di tutto d'amore, la storia di un marito che a 25 anni ha deciso di combattere per la libertà insieme a lei e al loro bambino e che per questo è morto. Didala è la donna che qualche tempo fa ha dovuto difendere la Resistenza a “Porta a Porta” di fronte ai nostri simpatici storici revisionisti, ma politically correct (che scherzi fa la storia...). Le partigiane Lidia Menapace e Marisa Rodano sembravano, poi, davvero delle ragazzine, per la vivacità e la determinazione del loro dire e fare. In quella sala romana si respirava l'intensità di tante presenze piene di memoria, che riuscivano a trasmettere le loro storie, e il senso e il significato di quelle storie, solo con uno sguardo, un sorriso, un sospiro. Poi, però, c'erano anche le antifasciste che hanno scelto di prendere il loro testimone. Giovanissime, meno giovani, attiviste nelle associazioni e nei partiti, parlamentari, insegnanti, semplici donne alla ricerca della “piena” cittadinanza. Insieme alle partigiane hanno parlato, per sette ore quasi di fila, del loro impegno, delle loro esperienze, si sono commosse, hanno alzato la voce. Hanno raccontato la loro indignazione di fronte al ritorno, ormai evidente e non più strisciante, di modi, linguaggi e azioni fasciste e il loro stupore per quella parte del nostro popolo che, invece, non è più nemmeno capace di indignarsi. Hanno espresso la necessità di ripartire dalla memoria delle “madri” per incidere sulla cultura del nostro paese, sull'educazione e formazione delle nuove generazioni. Hanno parlato delle contraddizioni della nostra democrazia, dove non basta un Presidente del Consiglio marito-padrone-potente-capitalista che si mette un giorno il fazzoletto dell'Anpi per sostituirlo il giorno dopo con una più comoda bandana, né gli insulti di un ministro ad una commissaria dell'Onu, definita criminale e disumana, per far perlomeno sobbalzare gli animi.
Due bisogni sono stati espressi da tutte: quello di esser unite in questa riscoperta Resistenza, unite come donne che non delegano il loro impegno a singole voci autorevoli ma isolate e unite nel valorizzare la nostra feconda diversità senza rischiare la chiusura e l'autoesclusione. E poi il bisogno di non perdere la speranza, senza la quale tutto il lavoro e lo sforzo non hanno senso. Per questo l'idea di un progetto a lungo termine, basato sul rapporto tra donne, antifascismo e democrazia, e declinato sui temi del lavoro, della pace e della riforma della democrazia, da portare avanti attraverso un metodo laboratoriale.
Il primo sentimento che sorge di fronte alla tenace resistenza che dimostrano le partigiane anziane è un leggero senso di impotenza, una specie di timore e di scoraggiamento per il futuro e per le nostre tristi sorti, un sentimento che oggi ha fatto persino commuovere anche una donna decisa e impegnata in politica da tanti anni. Ma basta soffermarsi un attimo in più a guardare quegli occhi pieni, le mani un po' tremanti, il passo instabile ma deciso nell'intenzione per convincersi che non solo possiamo, ma dobbiamo continuare a resistere, ricordando e progettando, e... ad indignarci.
Per chiudere questa breve memoria di una giornata uso le stesse parole scelte da Rosa Calipari per chiudere il suo intervento di oggi: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare” (Bertolt Brecht).
Romina Perni
http://www.facebook.com/home.php?#/note.php?note_id=101020716512

domenica 17 maggio 2009

Conferenza Nazionale delle donne dell'ANPI a Roma il 18 maggio


“Più forza all’antifascismo e alla democrazia: più donne nell’ANPI”

CONFERENZA NAZIONALE DELLE DONNE DELL’ANPI

Roma, lunedì 18 maggio – ore 9.30/18
Centro Congressi, Via dei Frentani 4


Introdurrà

Eletta Bertani - ANPI Reggio Emilia
Interverranno, tra gli altri, insieme alle partigiane e alle giovani antifasciste:

On. Rosa Villecco Calipari - PD
Lidia Campagnano - Giornalista
Carla Cantone - Segretario Generale SPI-CGIL
Armando Cossutta - Comitato Nazionale ANPI
Luciano Guerzoni - Segreteria Nazionale ANPI
Lidia Menapace - Partigiana, scrittrice, ex parlamentare - Rifondazione Comunista
Patrizia Sentinelli - già Vice Ministro degli Affari Esteri
On. Livia Turco - PD
“Abbiamo voluto questa Conferenza Nazionale perché in un momento così grave della vita del Paese non può mancare la voce, la presenza, l’impegno, il punto di vista delle donne, ed in particolare delle donne dell’ANPI”.
Così, partigiane e antifasciste si ritroveranno da tutta Italia, il 18 maggio, un po’ per contarsi, un po’ per fare il punto sul presente e lanciare un futuro a misura di libertà e diritti. Non parole, dunque, ma piattaforme di un lavoro da iniziare subito.
“Ci preme ribadire che il progetto che proponiamo non vuole avere nulla di celebrativo, di retorico, di rivendicativo, ma è una operazione politica e culturale che si propone di rafforzare l’influenza dell’ANPI tra le cittadine italiane, di ricostruire tra di loro reti di relazione e di solidarietà, di sollecitare lo sviluppo di movimenti autonomi e partecipati, consolidando così, anche attraverso un nuovo protagonismo delle donne, le basi della nostra democrazia”. E’ la conclusione del documento che le donne dell’ANPI hanno approntato per questa Conferenza. Con la concretezza, la costanza, la capacità di mobilitare sogni che le contraddistinguono.
Da sempre.
Fin da quando hanno combattuto con gli uomini nelle formazioni partigiane, organizzato e gestito le case di latitanza, nascosto e sfamato i soldati sbandati dopo l’otto settembre ’43, partecipato alle manifestazioni di massa per il pane, per la liberazione dei loro uomini in carcere, per la fine della guerra, “resistendo” in mille forme diverse e pagando duramente, non dimentichiamolo mai, per le rappresaglie, le stragi, le deportazioni.
E negli anni successivi, con la conquista del voto, con l’organizzazione dei convitti scuola, dei primi asili, dei doposcuola, con l’attivazione dei servizi di base, con l’assistenza e l’aiuto alle famiglie più povere, con le battaglie per avere l’acqua, le case, le scuole; e poi nelle lotte delle lavoratrici per il lavoro, per la parità salariale, per la tutela della maternità, per il riconoscimento del lavoro delle mezzadre e delle contadine, per la pensione alle casalinghe.
Artefici, queste donne, della prima “rivoluzione pacifica” del Novecento... e di quella di domani. C’è da crederlo.